Il nucleo di questo nuovo lavoro degli Spoon, il primo dopo quattro anni (tanti sono passati da “Transference“), non può che essere quella lunga trafila di card sharks, street preachers, upsellers, palm readers, post sermon socialites, park enchanters and skin tights, educated folk singers e pure Johnaton Fisk (ancora lui!) che vogliono solamente la mia anima, yeah, They Want My Soul.
Ognuno di questi rappresenta una categoria di disadattati sociali; ad ognuno di questi – e a tutti loro insieme – Britt Daniel riserva un tono annoiato ma per nulla sbrigativo, come ad affilare la precisione del messaggio: non ho nulla da dire loro e loro non hanno più nulla che mi interessa, vogliono soltanto la mia anima.
Gli Spoon ce li portiamo nel cuore perché là dove altri metterebbero un refrain, loro grattugiano una chitarra; là dove ci starebbe un assolo, loro si divertono con il rumore bianco; là dove la ritmica te l’aspetteresti quadrata e potente, loro la comprimono; lì dove non ci sarebbe nulla di meglio che tirare dritti e lineari, loro sbandano come una nave senza timone. Ma la cosa splendida è che tutto questo ha senso e che loro, gli Spoon, tirano fuori dal cilindro melodie perfettamente riuscite da un caos che creano, governano e vivono senza contraddizione.
“They Want My Soul” porta con sé un intreccio di ritmi dalla poetica obliqua, che vive di richiami dall’astronomia alla religione (spesso vista come un’intralcio, un’espediente – tipo i «post sermon socialites» della title track: persone che frequentano la chiesa solo per socializzare dopo la messa), una matassa che diventa meta–discorso e mutua termini tecnici per descrivere sentimenti e azioni.
Si potrebbe scrivere un intero trattato sulla semantica di Britt Daniel, ma quello che convince di più degli Spoon di oggi è il loro continuo sedurre con una malcelata complessità che (prima) pretende abbandono e (poi) fulmina con la potenza di un instant classic (provateci voi, a scrivere qualcosa come “Do You” o “New York Kiss”, dai, provateci…).
Pubblicazione: 5 agosto 2014
Durata: 37:35
Dischi: 1
Tracce: 10
Genere: Indie rock, Art rock
Etichetta: Loma Vista Recordings, ANTI-
Produttore: Joe Chiccarelli, Dave Fridmann, Spoon
Tracklist:
Rent I Pay
Inside Out
Rainy Taxi
Do You
Knock Knock Knock
Outlier
They Want My Soul
I Just Don’t Understand (Ann-Margret cover)
Let Me Be Mine
New York Kiss