Terzo album per Maita, band capitanata da Maria Maita-Keppeler che si era già fatta notare con “Best Wishes” e “I Just Want To Be Wild For You”. “want” perfeziona il bel mix di indie rock e malinconia, rumore e dolcezza che caratterizzava i due dischi precedenti, aggiungendo un tono più volitivo e rabbioso alle indubbie qualità di scrittura di un’artista che usa la musica come mezzo per esprimersi in piena libertà.

Credit: Bandcamp

La cantautrice americana di origini giapponesi, che da tempo abita a Portland, crea dodici brani spontanei e grintosi che analizzano la fine di una relazione senza ipocrisie, accompagnata da una formazione ormai rodata:  Matthew Zeltzer alla chitarra, Nevada Sowle e Cooper Trail  a basso e batteria,

Sa essere esplosiva e tessere melodie di gran classe in un album racchiuso tra la furia di “Girl At The Bar” e il finale con una “I Don’t Want To Kill You” che colpisce al primo ascolto, come “I Used To Feel Different” e “Break Up Song × 3” del resto. I continui saliscendi emotivi tipici di un periodo difficile sono descritti con violenza e partecipazione tra chitarre distorte, taglienti e momenti più introspettivi  che riflettono su ferite ancora non rimarginate.

“Cold Light”, “Hotel”, “Waking Up At Night”, “Almost Nothing, Keeps Me Alive”, “At a Bad Time”, la splendida “Violet Dream” mostrano il lato più vulnerabile di Maria Maita-Keppeler. Non il solito break up album ma un disco di desiderio e rivincita, sofferenza e passione che lascia il segno.