Finalmente eccoci pronti ad ascoltare l’album di debutto dei Brigitte Calls Me Baby, band che seguiamo da un po’ di tempo con crescente interesse e curiosità. Con “The Future Is Our Way Out” si presentano mettendo in fila un po’ di brani che avevano già pubblicato come singoli in questi pochi anni di attività (già in parte inseriti in un EP dal titolo “This House is Made of Corners”) e alcune novità.
La band originaria di Chicago è formata, dai chitarristi Jack Fluegel e Trevor Lynch , dal bassista Devin Wessels, dal batterista Jeremy Benshish e dal carismatico cantante Wes Leavins che diffonde a piene mani un fascino tenebroso aiutato dalla sua voce da crooner anni ‘50 e dal suo ciuffo ribelle, una combinazione micidiale che li ha fatti entrare nella scuderia della ATO Records di Dave Matthews, che ormai conta molti nome importanti della scena indie.
Anche se i loro riferimenti dichiarati sono alcuni grandi artisti anni ’50 (Elvis Presley, Roy Orbison e Frank Sinatra) ad ascoltarli risulta abbastanza semplice vederci un accostamento con gli Smiths, motivo per cui mi sono capitati tra le man fin dal loro primo vagito, una certa somiglianza che ci obbliga, come capitava per i meravigliosi Gene (che Martin Rossiter mi perdoni di nuovo) o i Northern Portrait dei primi album, a dover riconoscere una certa derivazione.
Ad essere precisi il cantante Wes Leavins, autore in solitaria di quasi tutti i brani, può sembrare un novello Morrissey, nel modo di cantare e interpretare i brani con una voce profonda, intensa ma allo stesso tempo capace di alternare principi di falsetto, il suo ciuffo (in realtà per entrambi alla James Dean) e una certa visone romantica che traspare nei testi.
A dirla tutta i testi di Wes Leavins sono spesso romantici con un velo struggente, cosa che la sua intensa interpretazione accentua, ma lontani (per fortuna) dalle costruzioni sorprendenti del nostro buon Moz. Wes Leavins si muove tra tormenti e le sofferenze amorose “alla giovane Werther”, condite da un tocco di esistenzialismo come accade nella meravigliosa title track “The Future Is Our Way Out” nella quale a dirla tutta vocalmente mette in mostra come sia andato alla scuola di Morrissey ( nella parte finale risulta abbastanza evidente) .
L’album è un susseguirsi di fuochi d’artificio, coinvolgente fino alla fine, tra chitarre scintillanti, un mood spesso malinconico se non strappalacrime e un basso che, quando si fa sentire, è sempre interessante. Se l’inizio con la title track è da singolo dell’anno, anche gli altri brani ti catturano, sia quando creano un’atmosfera anni ‘50 (“Eddie My Love”) sia quando sono protagoniste le chitarre che aprono la strada alla stupenda voce di Wes (“ Pink Palace”) o quando piazzano brani incredilbimente riusciti come “Too Easy”.
Tra i brani che non avevano mai pubblicato va sicuramente citato “I Wanna Die In The Suburbs” che mostra tutta la potenza romantica e melodica della band e la conclusiva “Always Be fine” che ancora ci svela tutta l’ammirazione di Wes per certe atmosfere anni ’50. Non crediate però di avere fra le mani un disco ancorato a un profondo passato, legato a certi schemi tutt’altro che moderni, in realtà c’è da dire che la caparbia scuola indie-rock che abbraccia comunque i primi anni 2000 americani è decisamente conosciuta, apprezzata e fà capolino più di una volta.
Per chiudere mi sembra giusto ricordare anche il singolo “We Were Never Alive” che ha la particolarità di citare Andy Rourke tramite un giro di basso ripreso da “Barbarism Begins at Home” e scritta da Wes insieme al chitarrista Jack Fluegel e al bassista Devin Wessels e “You Are Only Made Of Dreams” che riesce a mettere insieme egregiamente indie pop ed Elvis Presley.
I Brigitte Calls Me Baby ci regalano quindi un esordio da grande band con molte frecce nella loro faretra (a partire dalla figura carismatica di Wes): noi già li vediamo come una band molto capace che, siamo sicuri, riuscirà a crearsi un vasto seguito con un album che, soprattutto per quelli che non li seguono dagli inizi (che già avevano ben chiare le preprogative del gruppo), può essere una grande sorpresa e un incredibile ascolto.