Credit: Theo Cottle

Quattro album in sei anni per gli irlandesi Fontaines D.C. che con un mix di post punk,  melodia, dramma, grinta e urgenza espressiva sono riusciti a ritagliarsi uno spazio importante in un panorama musicale sempre più affollato. Hanno rivelato scomode realtà dublinesi grazie a “Dogrel” e “A Hero’s Death”, “Skinty Fia” affrontava temi come la diaspora irlandese e l’importanza delle radici, “Romance” potrebbe proiettarli in una nuova dimensione, a giudicare dall’attesa che lo circonda.

Bonus Track – You Can’t Realise
2019, da “Darklands”

Non sono nè sono mai stati tipi da cover o b – side ma nel 2019 è uscito “Darklands” che proponeva versioni alternative di alcuni brani dell’esordio “Dogrel” e qualche inedito, tra i migliori sicuramente “You Can’t Realise” pungente, ritmata, vivace.

10. – Starburster
2024, da “Romance”

Tra i singoli usciti finora “Starburster” è quello più incisivo, quattro minuti e mezzo dal sound sempre deciso ma più accessibile. Post punk che incontra il rock alternativo con buoni risultati e la rabbia del passato che torna a farsi sentire.

9. – Love Is The Main Thing
2020, da “A Hero’s Death”

Testo diretto e minimale, arrangiamento ipnotico e profondamente dark per uno dei brani che rivela il lato più vulnerabile e oscuro dei Fontaines D.C. che già con il secondo album “A Hero’s Death” cercavano di esplorare nuove sonorità.

8. – Nabokov
2022, da “Skinty Fia”

La passione per la letteratura dei nostri è ben nota, dimostrata dai numerosi riferimenti seminati nei testi e dai due libri di poesia pubblicati (“Vroom” e “Winding”).  “Nabokov” colpisce con le sue emozioni sincere, le chitarre taglienti e melodie aggressive.  

7. – Liberty Belle
2019, da “Dogrel”

Non molti album recenti hanno avuto l’impatto di “Dogrel” esordio che inanellava una serie di brani esplosivi, rabbiosi, sinceri, che senza lasciar spazio al superfluo provavano a descrivere l’Irlanda moderna che cambiava a gran velocità.

6. – A Lucid Dream
2020, da “A Hero’s Death”

“I was there / When the rain changed direction / And fled to play tricks with your hair / Overlooking the fair”

Le chitarre diventano distorte, quasi psichedeliche in un brano onirico, capace di trasmettere tutta l’urgenza e la disperazione di un testo tra i più poetici della band.

5. – Chequeless Reckless
2019, da “Darklands”

A sellout / Is someone who becomes a hypocrite / In the name of money / An idiot /Is someone who lets their education /Do all of their thinking“.

Dritti al punto e decisi come non mai, i Fontaines D.C. si scagliano contro chi dimentica le proprie radici in “Chequeless Reckless”, qui in una versione persino più tagliente di quella finita nel primo album.

4. – Jackie Down The Line
2022, da “Skinty Fia”

“Jackie Down The Line” ha un innegabile fascino. Semplice, melodica, ha permesso di ampliare notevolmente il pubblico di una band che arrivata al terzo album cominciava a pretendere qualcosa in più.

3. – Too Real
2019, da “Dogrel”

Sempre difficile scegliere un brano da “Dogrel”, ma impossibile resistere all’energia e alle chitarre di “Too Real”. Abrasiva, scatenata, senza fronzoli , un perfetto biglietto da visita per conoscere i Fontaines D.C. partendo dagli inizi.

2. – Televised Mind
2020, da “A Hero’s Death”

“Swipe your thoughts from Broadway / Turn ideals to cabaret / Water dreams of yesterday /Fall behind”

“A Hero’s Death” era un album molto più complesso di “Dogrel” ma altrettanto duro, incisivo, capace di guardare la realtà dritta in faccia, non attraverso uno schermo che distorce.

1. – Hurricane Laughter
2019, da “Dogrel”

Altro brano minimale e trascinante, con quelle chitarre impazzite e nervose, la tensione che cresce un minuto dopo l’altro, il basso ritmato, molta energia e  un sarcasmo molto irish che regala una marcia in più a “Dogrel”.