Un piccolo supergruppo quello formato da Peter Kegler, Dylan Allard e Jeff Day (membri di Jay Som, Fake Fruit, Half Stack e Freak No Hitter). Vengono da Oakland (California)  e si sente, visto che rappresentano l’ultima evoluzione di quel sound molto popolare nelle radio da college americane degli anni ottanta e novanta fatto di chitarre pungenti e melodie.

Un progetto nato in piena pandemia con l’intento iniziale di sconfiggere la noia e fare arte per puro divertimento, cresciuto abbastanza da approdare sulla Forged Arctifacts per la pubblicazione di “Have One”. Otto brani freschi e genuini, suonati con naturalezza e senza pretese,  alla ricerca delle migliori armonie.

Riferimenti inevitabili i Dinosaur Jr anche se gli Share sono molto meno rumorosi e più portati a creare ritornelli giocosi e decisi come in “Fallin Back on U” che mette in chiaro fin da subito l’indole sbarazzina del disco. Gli Share convincono soprattutto quando alzano il ritmo (“County Lines”, “Cruiser”, “Fire Season”) anche se cercano spesso un equilibro tra noise e melodia, raggiungendo buoni risultati in “It Spins” e “Memories”.

Un disco chiaramente derivativo ma agile, piuttosto ben suonato “Have One” che vede un gruppo di musicisti d’esperienza tornare quasi ragazzini all’insegna di un impegnato disimpegno  che nel loro caso si traduce in canzoni divertenti, vivaci, che si ascoltano con piacere e perfette per l’estate.