Sarah Tudzin ci ricorda che non è solo una produttrice affermata, no, è pure una bravissima compositrice e autrice. Lo conferma anche in questo “POWER”, il disco in cui forse abbandona un po’ la via maestra che l’aveva sempre caratterizzata, ovvero quella del “tender punk”, termine che si era praticamente appiccicata addosso, per guardare con piacere a un approccio che potremmo definire “tender pop” se Sarah ce lo concede. E, attenzione la cosa non è un male.

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Certo chi cerca i soliti estremi di Sarah rimarrà un po’ spiazzato. Manca, in parte, quell’estro stravagante e irrazionale che abbiamo conosciuto nei dischi precedenti, ma per esempio aumenta vertiginosamente l’attenzione a melodie ancora più immediate, così come la cura ai particolari, sopratutto ai suoni e alla dimensione ritmica, mai così passata sotto la lente d’ingrandimento dell’artista.

Sarah si è ammorbidita? Beh, è un male? Io credo che semplicemente abbia voluto ridurre un po’ i suoi abituali ingredienti, focalizzandosi al massimo su canzoni immediate, radiofoniche (non è una bestemmia!) e dagli spigoli meno taglienti che in passato (anzi, potremmo dire ben arrotondati). Ne risulta quindi un lavoro con dei ritornelli che vi sfido a non amare fin dal primo ascolto, decantati e cantati con scioltezza da Sarah, che in mezzo a questa presunta leggerezza però riesce a inserire temi pesanti come la morte della madre e le conseguenze emotive su di lei.

Chitarre e synth trovano la via maestra spesso e volentieri e tocchiamo l’apice in brani come “Throw”, tanto zuccherosa quanto irresistibile o “Sleeping In”, la canzone più estiva e leggera mai scritta da Sarah. Certo i toni sanno farsi anche più bassi (“Rot”) o addirittura sembra di ritrovare sprazzi del passato (“YSL”), ma tutto ciò non disturba affatto, anzi, ritrovare Sarah piuttosto versatile ma sempre concentrata sull’obiettivo melodico ci piace assai.

Alla fine Sarah non gioca a spiazzare (come ha saputo fare spesso), ma sforna un disco meno arrembante del solito che forse scontenterà un po’ qualche fan duro e puro, ma troverà consensi in chi cerca, invece, qualcosa di più leggero e immediato. Per quanto ci riguarda ve lo diciamo in tranquillità: preferivamo Illuminati Hotties magari più “fuori controllo” ma state sereni, il progetto, pur non inventando nulla di nuovo e suonando più rassicurante, non si è affatto svenduto.