Impossibile nascondere il mio affetto e la mia stima per Sarah Tudzin, artista che stimo e che ho sempre seguito con piacere nella sua carriera. Il suo nome, ultimamente, è sicuramente salito alla ribalta in veste di produttrice, ma guai a dimenticarsi che Sarah resta una musicista e il suo progetto Illuminati Hotties è una solida e affidabilissima realtà nel mondo indie-rock americano. Ecco perché , alla luce della nuova uscita “POWER“, ci tenevamo tantissimo a scambiare due chiacchiere con lei: missione compiuta!
Ciao Sarah! Grazie mille per questa intervista! Come stai?
Ciao Ricky, sono davvero entusiasta di parlare con voi, grazie a e per averla organizzata. Io sto bene.
Album uscito a pochissimo, come ti senti?
Sono nervosa ma anche eccitata! Questo mi sembra un grande passo avanti per IH, quindi in molti modi mi sento come se mi stessi mettendo più pressione di quanto non abbia fatto in passato. È tutto un misto di festeggiamenti, paura e un po’ di business, come al solito.
Inizierei con una curiosità. Ti stai affermando sempre di più come produttrice. Ma la Sarah Tudzin che produce altri artisti ha lo stesso approccio della Sarah Tudzin musicista, oppure sei più esigente verso te stessa o, al contrario, sei più tranquilla e permissiva?
Come produttrice, il mio obiettivo è fare un disco di cui l’artista sia orgoglioso, il che non sempre significa fare qualcosa che sembri il massimo per la mia musicalità o del mio gusto, e questo è uno dei motivi principali per cui mi piace lavorare su Illuminati Hotties. Non ci sono regole e non c’è nessuno da impressionare se non me stessa quando faccio un disco a nome IH. Quindi, in un certo senso, c’è molta più libertà, perché non sono assunta da qualcun altro per aiutarlo a realizzare una visione. Detto questo ho avuto la fortuna di lavorare con alcuni artisti i cui gusti si allineano bene con i miei in studio.
Agli esordi hai definito la tua musica “tenderpunk”. Pensi che questa definizione sia ancora valida per la tua musica?
Il “tenderpunk” è qualcosa che rimarrà legato alla mia musica, certo, in quanto sembra essere un’etica che rimane coerente con il modo in cui vivo la mia vita! Su “POWER”, ho fatto alcuni grandi passi in avanti verso il pop o il rock radiofonico, in modi che non avevo mai fatto prima. Ma penso che, alla base, un po’ di punk e naturalmente un sacco di tenerezza siano ancora presenti in questo nuovo album.
Posso dirti che il disco “FREE I.H: This Is Not the One You’ve Been Waiting For” all’epoca mi aveva spaventato? Pensavo che la tua musica sarebbe diventata molto sperimentale. Invece, con i dischi successivi e anche questo “POWER”, ovviamente, la tua anima pop e melodica viene sempre esaltata. Come valuti quel disco nella tua discografia?
Sono orgogliosa di tutti i miei dischi! Sono tutti capsule uniche del tempo. “FREE IH” è stato particolarmente divertente da realizzare, perché è arrivato così rapidamente e con tanta incoscienza, più degli altri tre album.
Cominciamo a parlare di “POWER” Prima di tutto, la prima impressione è che tu abbia lavorato molto su questo album, forse come mai prima d’ora, sui suoni e sui dettagli, in particolare sul suono della batteria e sul ritmo. Che ne pensi?
Cerco sempre di migliorare il mio suono, anzi, ti dirò che una delle mie più grandi paure è il trovarmi ferma, in una situazione stagnante. Mi sento come se, ogni volta, avessi riversato così tanta attenzione ai dettagli e alla cura nei dischi che faccio, così per me è difficile dire come questo disco abbia ricevuto qualche attenzione in più! La sua costruzione ha comunque richiesto tempo e riflessione, e io sono certamente la più orgogliosa di tutti in questo momento.
Mi fai impazzire quando sei così pop e sbarazzina (“Would Like, Still Love You”) e poi, due canzoni dopo, eccoti profonda, intensa, quasi commovente (“Rot”). Ma credo che queste siano due facce di Sarah Tudzin che convivono, non è vero?
Oh si, non si può provare gioia pura senza conoscere un dolore profondo.
Sai che certe chitarre o arrangiamenti mi hanno fatto venire in mente i Weezer? Che cosa pensi? Forse è un paragone che non ti piace molto…
I Weezer sono un gruppo iconico che ha essenzialmente definito il moderno slacker rock. Se la mia carriera finirà assomiglierà a quella dei Weezer, beh, sarò la ragazza più fortunata del mondo.
In un mondo perfetto, sotto la voce “canzone perfetta per l’estate” penso che “Sleeping In” ci starebbe bene, alla perfezione. È sempre stata così immediata e solare fina da quando era nella tua testa?
Ho scritto “Sleeping In” abbastanza velocemente e credo che proprio la sua immediatezza la faccia assurgere allo status di potenziale canzone dell’estate! È stato divertente realizzarla!
“Throw” è fantastica. Dal punto di vista melodico, lo trovo uno dei tuoi brani migliori. Mi dici com’è nata
“Throw” è stata scritta insieme a Ryan Hemsworth. Ogni tanto Ryan mi manda un brano strumentale su cui suonare, come nel caso di questa canzone. L’ho suonata nel furgone durante un tour e da allora è rimasta impressa nella mia testa!
Ma che ritornello ti è venuto in mente per “The L”? Lo adoro! Mi è entrato in testa fin dal primo ascolto. Ho letto che è una canzone molto autobiografica e che parla di come affrontare l’orgoglio e la testardaggine in una relazione. Ti definisci una persona molto testarda, ma non solo in una relazione, intendo nella vita in generale?
Oh sì, un classico comportamento da Toro, il mio segno zodiacale. Ho sempre avuto una vena di testardaggine. È sicuramente il mio tratto più fastidioso, ma per certi versi l’ho trovato un superpotere!
Mi sorprende che il disco prenda il nome da quella canzone che, a quanto ho letto, è quella che hai sempre evitato di scrivere quando avevi una chitarra in mano, una canzone sulla mortalità. Eppure ha dato il titolo all’album.Come mai? (A dire il vero, la canzone è scritta in minuscolo, mentre il titolo del disco è in maiuscolo).
Il potere è un tema che attraversa tutte le canzoni di questo album. Ogni giorno tutti noi abbiamo a che fare con le negoziazioni del potere sul lavoro, nelle relazioni, con noi stessi, spiritualmente e così via. Quando ho ripensato alla raccolta di canzoni che compongono questo album, era chiaro che il potere era concettualmente in primo piano nella mia mente.
Ma è vero che il disco ha preso forma quando hai trascorso un po’ di tempo a Joshua Tree? Cosa è successo in quel periodo?
A Joshua Tree mi sono finalmente concessa lo spazio per provare grandi sentimenti. Sono stata lì solo per pochi giorni, ma le canzoni che sono venute fuori, scrivendo lì, hanno finito per arricchire il repertorio e per arriare alla radice di ciò che avevo cercato di scrivere per tutto il tempo su “POWER”.
Quanto è stato importante John Congleton nella realizzazione di questo disco?
Congleton ha spalancato le porte a questo album! È così professionale, così saggio ed è così facile creare con lui. Prende decisioni che non mi verrebbero mai in mente da sola, ed è sempre in linea con il suo istinto e le sue scelte sonore.
Hai un esempio del disco in cui è saltato fuori qualcosa che non ti aspettavi?
Ogni volta che faccio un album, inevitabilmente, una performance, una scelta di arrangiamento o anche solo una vibrazione, una semplice vibrazione si trasformano in modo inaspettato. È questo l’aspetto speciale di entrare in studio. C’è sempre qualcosa, sempre. Una cosa bella è che hai spazio per sperimentare e scoprire il modo migliore per presentare una canzone con la quale hai vissuto in forma di demo, a volte per molto tempo!
Ma è vero che sei una fan del pattinggio?
Assolutamente sì…sono cresciuta pattinando nella California del Sud, è praticamente nel mio DNA. a questo punto.
Stai già pensando a come presenterai questi brani dal vivo? Saremo in grado di vederti in Europa?
Suoneremo di nuovo in quattro:è stato molto divertente cercare di far funzionare queste registrazioni in un contesto live. Spero di poter tornare in Europa nel 2025!!!
Ti ringrazio ancora Sarah per la tua gentilezza. Posso farti un’ultima domanda che non riguarda la musica? In questo momento gli occhi del mondo sono puntati sull’America per le elezioni presidenziali. Come ti stai preparando a queste elezioni? Sei una persona che presta attenzione alla politica?
Grazie ancora a te Ricky. Ho scoperto che il modo migliore per prepararsi alle elezioni è informarsi sui fatti. Siamo fortunati ad avere il privilegio di usare la nostra voce per stimolare l’azione in America. C’è un uomo pericoloso e vile che si candida di nuovo alla presidenza, ed è nel migliore interesse del mondo fare il possibile per assicurarci che non sia di nuovo al comando. Studiare la situazione, parlarne, educare gli amici, fare volontariato per le persone del Congresso di cui ci si fida e in cui si crede: queste sono tutte cose che potrebbero essere fattori determinanti per l’elezione, quindi sto facendo tutto ciò che è in mio potere per per assicurarci di finire nelle mani di funzionari eletti che possano ripristinare un po’ di sensibilità e vera attenzione e cura in politica.