Hamish Hawk arriva al terzo album dopo essere riuscito a crearsi un certo seguito grazie ad un ottimo esordio e un tutto sommato riuscito secondo album, un percorso che ha gli ha permesso di avere anche una certa considerazione da parte dei critici che gli riconoscono in maniera praticamente unanime un certa qualità di scrittura.
Una considerazione che nasce principalmente verso un autore che, mettendo da parte per un attimo il discorso musicale, sta dimostrando sempre di più di essere capace di liriche di un certo livello come avviene in questo nuovo album dove ritroviamo la sua scrittura fatta di citazioni, riferimenti autobiografici, sottile ironia, il tutto espresso con eleganza e sincerità capace di rendere sempre interessante la scoperta di un nuovo brano.
Sul lato musicale in “A Firmer Hand” non bisogna aspettarsi le melodie pop coinvolgenti del primo album del tipo di “The Mauritian Badminton Doubles Champion, 1973″” o quali “Money” del secondo perché’ questa volta la costruzione musicale appare meno immediata e per certi aspetti a tratti cela una dimensione oscura e drammatica capace di accompagnare in maniera perfetta i testi di Hamish Hawk, cosa che viene evidenziata anche dalla cover un ritratto in bianco in nero che oscura parte del suo viso.
L’album apre con l’intensa “Juliet as Epithet” nella quala vengono riportati immagini di diversi momenti di una relazione finita tra momenti e batture sbagliate He said, “Death-wise I wanna be cremated”I said, “That sounds like something the Ramones…” e la consapevolezza che con il passare del tempo il pensiero del suo amato si trasforma in un ricordo al quale dedicare sempre meno tempo “…This tête à tête turned head to head, now I think of you less and less, and less” .
La successiva e’ “ Machiavelli’s Room”, che Hamish Hawk ci ha fatto sapere rappresenta il cuore del disco in quanto ne racchiude i temi principali tra cui l’erotismo e il desiderio maschile espresso con atteggiamenti a tratti sfacciati e diretti “ ….Days don’t exist In a bad bedroom lik? this When he shrieks like a siren I (Admire him) When he shrieks like a siren I (Desire him)“, seguita da
“Big Cat Tatoo” un brano dominato dal basso pieno di battute e frecciatine amorose.
In “Autobiography of Spy ” Hamish continua a mostrare in maniera nuda e diretta vari momenti di erotismo, contrasto, e delusioni causati dalla vicinanza con gli uomini della sua vita, un aspetto dell’album che si ripete come una lunga confessione dove parla di amanti, colleghi, familiari o collaboratori, una lunga confessione che viene descritta anche nell’ottima “Men likes Wire” dove canta con disinvoltura “ ….I watched my body soften In front of men built like wire Thrilling as sick leave Vainglorious men Fullfilling as a dry heave…“.
“A Firmer Hand” è un album che, pur non avendo un vero e proprio brano trainante, presenta una qualità uniforme che lo rende estremamente gradevole, detto questo bisogna comunque segnalare i due brani finali “Milk an Ending” e “The Hard Won” che chiudono con la giusta intensità un album che necessità di alcuni ascolti prima di essere apprezzato pienamente.
Hamish Hawk conferma di non essere un artista di passaggio ma capace di dire la sua ancora per molto, mostrandosi con sincerità e con la solita innata raffinatezza ed eleganza crea album che, come un cult movie, potrebbe avere nuovi estimatori alla lunga distanza.