Johnny Marr mise insieme gli Healers nel 1999, dopo aver chiuso l’avventura degli Electronic registrando un ultimo album (“Twisted Tenderness”) e, soprattutto, dopo aver incontrato Zak Starkey.

Nacque tutto dall’amicizia tra i due («era l’unica persona che conoscevo che riuscisse ad essere fico malgrado amasse correre e non bevesse»), dalla voglia di provare a far qualcosa, dal perché no?.

Ai due si aggiunse il bassista Alonza Bevan (ex Kula Shaker) e un folto pugnetto di musicisti; Marr non aveva intenzione di anteporre il suo nome a quello della band, ma fu persuaso a farlo per ragioni commerciali e a ben vedere neppure aveva intenzione di esserne il frontman, ma anche a questo fu convinto da Zak.

Se “Boomslang” – che uscì infine nel 2003 e rimane tutt’ora senza seguito – non è, effettivamente, il primo passo solista dell’ex Smiths (“The Messenger” sarebbe arrivato un decennio più tardi), quantomeno getta le premesse per la sua presenza alla voce e al centro del palco.

Al tempo gli unici che potessero immaginare cosa aspettarsi erano coloro che avevano occasione di vedere gli Healers dal vivo (perché prima di registrare, il gruppo girò in lungo e in largo): Johnny Marr solitario alla guida di una band era una novità assoluta.

“Boomslang” è assimilabile in quel filone di rock’n’roll britannico che a cavallo del millennio si tingeva di spiritualità (Elbow, Doves).

A posteriori, suona molto più prossimo ad opere come “Fever Dreams” o “Call The Comet” rispetto a quant’altro rintracciabile nella discografia di Marr (solista e non): nessun particolare colpo ad effetto con la sei corde, la profondità e l’atmosfera come cardini di un’architettura che punta al misticismo, un risultato sorprendentemente meno impegnativo rispetto alle sue stesse premesse (gira sui 50? ma sembrano meno).

È space rock, a volerci attribuire un’etichetta, che gioca alla ricerca di un effetto ipnotico talvolta anche con particolare insistenza (“You Are The Magic”), che può decollare (“Bangin’ On”) o portare un po’ di gustoso glam nel mix (“The Last Ride”).

“Boomslang” (disponibile per la prima volta in doppio vinile nero da 180 grammi e in 2CD, completamente rimasterizzato ad Abbey Road e con un pugno di rarità scelte da Johnny Marr stesso a completare la nuova versione) mantiene oggi il suo fascino di momento di passaggio rivelatosi determinante.

L’articolo, nella sua forma originale, è contenuto su ‘Non siamo di qui’ che ringraziamo per la gentile concessione.

Disc 1

  1. The Last Ride
  2. Caught Up
  3. Down On the Corner
  4. Need It
  5. You Are the Magic
  6. InBetweens
  7. Another Day
  8. Headland
  9. Long Gone
  10. Something to Shout About
  11. Bangin’ On

Disc 2

  1. The Way That It Was
  2. All Out Attack
  3. Get Me Wrong
  4. Don’t Think Twice, It’s Alright
  5. A Woman Like You
  6. You Are The Magic (Union Mix)
  7. Get Me Wrong (Instrumental Version)