Pastries and alcohol per celebrare questo speciale compleanno. Congrats Massive Attack. Il secondo album del gruppo di Bristol, uscito il 26 settembre 1994, è stato la consacrazione definitiva del quartetto, collettivo, che ha ridefinito l’idea di musica pop, rap, hip-hop, elettronica, reggae, soul e funk degli anni ’90. Con loro si è veramente iniziato a parlare di trip-hop come genere riconosciuto nel panorama musicale già dall’album d’esordio Blue lines ed il singolo “Unfinished Sympathy” del 1991 che aveva tracciato una linea significativa oltre la quale c’era una terra vergine tutta da scoprire.

La title track d’apertura, secondo singolo estratto dall’album, è una fiaba cantata per più di sette minuti da una gentile Tracey Thorn, in cui shuffle, melodia ed armonia si intrecciano ed in cui si può già ascoltare qualcosa che ritroveremo in “Teardrops”, hit del terzo album del gruppo, Mezzanine. Sbaglio? Ecco creata la rampa di lancio per tutto il disco, il quale vedrà alternarsi reggae, dub, hip-hop ed elettronica in una continua evoluzione.

Tricky in “Karmacoma”, terzo singolo del disco, “Sly” è stato il primo, ci ricorda da dove tutto è iniziato, il DJing, la voce che si alterna tra loop e sample di vecchie tracce pescate chissà dove nella memoria, nei dischi, nei 45 giri, nella cultura e nelle radici delle isole del mar dei Caraibi che permea e ha permeato la musica inglese dalla fine degli ’60 in poi.

Segue “Three”, “my lucky number“come canta Nicolette Love Suwoton, una ballata elettronica quasi inaspettata ad un primo ascolto, ma che va messa in loop una volta terminata. “Wheater storm” prosegue con solo musica, ricorda un soul anni ’70/’80 elegante e malinconico in cui possiamo immaginarci sovraincisa la voce di Marvin Gaye o di Al Green (si accettano suggerimenti).

Torniamo alla dub pura con “Spyin Glass” e nella successiva “Better Things” ritroviamo la voce piena e limpida di Tracey Thorn che ci accompagna e si accompagna confrontandosi su quanto possa essere diversa la percezione dell’amore in una relazione “you want freedom without love and magic without love”. Segue “Euro child” che ridona all’ album quel sapore elettronico, rap, a tratti urban, che può aiutare in una fase di meditazione e self-healing quotidiano, perchè Tricky non disturba mai.

Arriviamo a “Sly” con le note del compositore scozzere Craig Armstrong e ancora la picevole voce di Nicolette Love Suwoton, per arrivare a “Heat Miser” che ci trascina in un respiro melodico, dai tratti malinconici, sospeso tra oscurità e luce, in cui i Massive Attack collaborano col compositore inglese Marius de Vries. La voce questa volta lascia spazio ai pensieri, al viaggiare della mente e alla riscoperta dei nostri sensi. Possiamo ascoltarla immaginando i titoli di coda di quest’album, in cui i nomi degli artefici di questa rarità scorrono lenti e dove riflettiamo su ciò che abbiamo ascoltato e visto, perchè no?, proprio come in un film.

Come post-credit c’è una versione live di “Light my fire” dei Doors rivisitatata dai Massive Attack ed il risultato è immaginabile, imparagonabile ed irripetibile. Nell’ agosto del 1994, sempre da Bristol, i Portishead pubblicano il loro album d’esordio, “Dummy”, ed il trip-hop prende così il via soprattutto in Inghilterra nelle aree urbane, ma non solo, e nella sua continua evoluzione apre ad un ventaglio di sottogeneri, produzioni e la sua concezione e tradizione è sopravvissuta per la prima decade degli anni duemila grazie a gruppi come Groove Armada, Sneaker Pimps, Morecheeba e Gorillaz solo per citarne alcuni. Long live the Trip-Hop!

Pubblicazione: 26 settembre 1994
Durata: 48:57
Dischi: 1
Tracce: 80
Genere: trip-hop
Etichetta: Wild Bunch – Circa
Producer: Nellee Hooper

Tracklist:

  1. Protection
  2. Karmacoma
  3. Three
  4. Weather Storm
  5. Spying Glass
  6. Better Things
  7. Eurochild
  8. Sly
  9. Heat Miser
  10. Light my Fire (live)