Da qualche anno ormai il venerdì è il giorno della settimana consacrato alle uscite discografica. Quale migliore modo allora per prepararsi mentalmente all’imminente sospirato weekend se non quello di passare in rassegna le migliori album usciti proprio nelle ultime ore ?
I dischi attesi per mesi sono finalmente tra noi… buon ascolto

ALAN SPARHAWK – “White Roses, My God”
[Sub Pop]
alternative, songwriting

Alan Sparhawk, voce e chitarra dei Low, mette a segno il suo debutto solista. “White Roses, My God“ è stato registrato ai 20 Below Studios in Duluth, MN, ed è co-prodotto da Nat Harvie che ha anche mixato l’album e rappresenta la prima uscita ufficiale di un componente dei Low dal 2022 anno della scomparsa di Mimi Parker.

EFTERKLANG – “Things We Have In Common”
[City Slang]
alternative, elettronica

Con il loro nuovo, settimo album in studio gli Efterklang chiudono un cerchio. È iniziato con “Altid Sammen” ed è proseguito con “Windflowers”. Per gli Efterklang, questi album sono stati un’apertura verso un’espressione più semplice e inclusiva. Sembra che la band si sia lasciata andare. Le tensioni armoniche sono più dolci, il linguaggio tonale più diretto. “Altid Sammen” esplorava la comunità umana. “Windflowers” esplorava il rapporto tra l’uomo e la natura. E “Things We Have In Common” parla di spiritualità e appartenenza collettiva.

XIU XIU – “13” Frank Beltrame Italian Stiletto With Bison Horn Grips”
[Polyvinyl]
alternative rock

Su “13″ Frank Beltrame Italian Stiletto With Bison Horn Grips”, Angela Seo, David Kendrick e Jamie Stewart realizzano una delle musiche più avvincenti e ipnotiche della band fino ad oggi. Mixato da John Congleton (Chelsea Wolfe, Lana Del Rey), questo album è diverso da qualsiasi cosa la band abbia mai registrato in precedenza ed è stato motivato dalla distruzione delle precedenti nozioni estetiche, oltre che dal recente trasferimento della band da Los Angeles a Berlino.

SOPHIE – “SOPHIE”
[Transgressive/Future Classic]
elettronica

“SOPHIE” è il seguito dell’album di debutto del 2018, “Oil Of Every Pearl’s Un-insides” e della compilation di singoli del 2015, “Product”, ed è stato realizzato dalla musicista pop sperimentale insieme ad alcuni dei più cari collaboratori, era quasi ultimato quando è tragicamente scomparsa, ed è stato finalizzato da coloro che le erano più vicini. Benny Long, che per oltre un decennio è stato il responsabile di studio e la più fidata cassa di risonanza dei SOPHIE, è stato fortemente coinvolto nella realizzazione di “Oil Of Every Pearl’s Un-insides” , con crediti di mastering, produzione e missaggio a suo nome. I due hanno lavorato insieme per diversi anni allo sviluppo del concetto e della produzione di questo album successivo, che Benny ha completato con amore, onorando la visione di SOPHIE.

MAXIMO PARK – “Stream Of Life”
[Lower Third / PIAS]
rock

Il disco, l’ottavo che arriva dopo tre anni e mezzo dal precedente, “Nature Always Wins”, trova la band nello stato forse più riflessivo in cui si sia mai trovata. Il cantante Paul Smith, l’autore dei testi più lit-pop, ha tratto il titolo dell’album da un racconto della scrittrice brasiliana di origine ucraina Clarice Lispector, ispirandosi sia al suo stile di flusso di coscienza sia per il suo stile da flusso di coscienza e per il modo in cui induce a riflettere sui meccanismi interni della mente delle persone. Ci si chiede perché si fanno le cose che si fanno, anche quando sembrano controintuitive per un osservatore esterno. C’è un flusso interiore in ogni individuo, un flusso di vita.

HAYDEN THORPE – “Ness”
[Domino]
alternative

Utilizzando un processo di rielaborazione, Thorpe dà vita a canzoni tratte dalle pagine dell’omonimo libro dell’autore di best-seller Robert Macfarlane. “Ness” è ispirato a Orford Ness, nel Suffolk, ex sito di sviluppo di armi del Ministero della Difesa durante entrambe le guerre mondiali e la guerra fredda. Acquistato dal National Trust nel 1993 e lasciato allo stato naturale, ancora oggi rimane un luogo di paradosso, mistero e costante evoluzione. “Ness” è un’ode a Orford Ness, il luogo fisico e il libro che ha ispirato, attraverso le parole di Robert Macfarlane e le opere d’arte di Stanley Donwood.

THE ASTEROID No.4 – “Several Shapes of Solar Flares”
[Club AC30]
psichedelia-rock

La band rock psichedelica di San Francisco The Asteroid No.4 arriva al suo dodicesimo album in studio “Several Shapes of Solar Flares”. Conosciuta per la sua miscela distintiva di shoegaze, dream pop e rock psichedelico, “Several Shapes of Solar Flares” mostra l’evoluzione della band, pur mantenendo il suo sound caratteristico. Accettando felicemente il paragone con artisti come Ride, Slowdive, Spacemen 3 e The Rain Parade della scena Paisley Underground di Los Angeles degli anni ’80, gli Asteroid No.4 si sono evoluti in un suono tutto loro, creando un viaggio sonoro che è allo stesso tempo nostalgico e innovativo.

RAHIM REDCAR – “HOPECORE”
[Because Music]
elettronica / art-pop

Rahim dice così del disco:

“Hopecore” è stato realizzato con lacrime, sangue e soprattutto con una fede incrollabile nella pura e cruda espressione dell’anima. La musica ha preso qui la sua piena vastità profetica, si è fatta più selvaggia e ha richiesto una ricerca assoluta in cui nessun altro è entrato a manomettere le intenzioni. Un richiamo della carne, una preghiera per la giustizia e la libertà

EZRA COLLECTIVE – “Dance, No One’s Watching”
[Partisan]
jazz

La vittoria dell’ambito Mercury Prize con il loro ultimo disco “Where I’m Meant to Be” non ha solo spalancato le possibilità per questo genere in rapida ascesa, ma accese un fuoco di gioia intorno agli Ezra Collective. Incoraggiati dal successo il collettivosi è lanciato con ritrovata esuberanza agli Abbey Road Studios, realizzando questa emozionante serie di canzoni concepite per celebrare l’atto liberatorio del ballo. “Dance, No One’s Watching” è pronto a portare questo atto molto speciale a vertiginose – e ballabili – nuove vette.

CHRISTIAN LEE HUTSON – “Paradise Pop. 10”
[Anti-]
folk

Registrato nel cuore dell’inverno al Figure 8 Studio di Brooklyn “Paradise Pop. 10” ci consegna una raccolta di fragili composizioni folk e ‘beachy’ ballate power pop nate dalle mani di uno dei più talentuosi cantautori americani di questi anni.

SLOTFACE – “Film Buff”
[Propeller]
indie-rock

Ormai progett solitario di Hazley Shea, gli Sløtface non demordono e vanno avanti con la loro grinta e la loro carica sbattuta in faccia. Power-pop e momenti più punk caratterizzano queato album. Alla cara Hazley vogliamo bene.

MUSTAFA – “Dunya”
[Jagjaguwar]
soul, songwriting

Debut album per il musicista cadanese di origini sudanesi che per l’occasioni entra nella famiglia Jagjaguwar e per questo “Dunya” si circonda di un gruppo di collaboratori niente male: Aaron Dessner, Rosalía, Clairo, Nicolas Jaar e altri

LEIF VOLLEBEKK – “Revelation”
[Secret City Records]
indie-pop

“Revelation”, come ci dicono le note stampa è allo stesso tempo spirituale e terreno: le 11 tracce combinano testi narrativi e performance vocali registrate in una sola ripresa con arrangiamenti quasi cinematografici, magnifiche sonorità e un’orchestrazione ricca. Il processo di scrittura di “Revelation” è stato ispirato da un’esplorazione iniziata con l’I Ching di Carl Jung e continuato poi attarverso la scienza dell’alchimia e il mistero del divino.
Il risultato finale è, allo stesso tempo, terrestre e celestiale, con i temi della natura – acqua, costellazioni astrali, mortalità – che si intrecciano sapientemente in una meditazione sul vivere, in un presente in costante cambiamento e intriso di dubbi esistenziali che cercano un potere superiore.

KATE BOLLINGER – “Songs From A Thousand Frames Of Mind”
[Ghostly]
indie-pop

In “Songs From A Thousand Frames Of Mind”, il caleidoscopico esordio di Kate Bollinger, interi mondi si trovano nei piccoli dettagli. “Quando sto registrando una canzone“, osserva la cantautrice nata a Charlottesville, “la mia indicazione per capire se vale la pena continuare è se sto vedendo un film nella mia testa che la accompagni“. Spaziando da canzoni folk casalinghe a un rock psichedelico dai toni caldi, come i primi Rolling Stones interpretati da Hope Sandoval, l’album che ne risulta può dare l’ide, come dicono le note stampa, di sfogliare la collezione di dischi del vostro amico più cool, trovando a ogni scoperta una nuova canzone preferita.

SUNFLOWER BEAN – “Shake”
[Lucky Number Music]
indie-rock

Primo progetto completamente autoprodotto e registrato dalla band, “Shake” contiene alcuni dei brani più pesanti, immediati e rumorosi dei Sunflower Bean. Influenzato dal suono dei Black Sabbath, l’EP richiama le sonorità dei primi lavori della band, “Show Me Your Seven Secrets” e “Human Ceremony”. “Shake è stato ispirato dai nostri primi anni come band fai-da-te, dallo spirito che ci ha fatto nascere e ci ha dato la possibilità di fare questo viaggio duraturo insieme“.

ANDREA & ALEXANDER – “Loved Up”
[R.i.O Labe]
elettronica

Andrea Noce e Alexander Arpeggio ritornano con il loro minimalismo elettronico wave. Il disco viene descritto come perfetto per chi ama ballare.

DESPERATE JOURNALIST – “No Hero”
[Fierce Panda]
post-punk

Il tempo vola e siamo già arrivati al aquinto album per una delle nostre formazioni proferite in ambito indie-rock / post-punk. Siamo pronti per questo nuovo viaggio nel sound tagliente ma, nello stesso tempo anche avvolgente e malinconico, di una band che non ha mai deluso.

LADY GAGA – “Harlequin”
[Lil Monsters LLC]
pop

Solo 3 giorni fa la superstar Lady Gaga ha annunciato l’uscita dell’album “Harlequin”, che come lei stessa ha dichiarato sui social, va abbinato al film e alla colonna sonora di “Joker -Folie à Deux”, in cui Gaga recita nel ruolo della protagonista.

ORIGAMI ANGEL – “Feeling Not Found”
[Counter Intuitive]
emo-rock

Il terzo album della band americana sembra essere il più carico e intenso della loro discografia: un pop-puk elaborato che guarda all’emo e al metalcore..

PALE WAVES – “Smitten”
[Dirty Hit]
indie-rock

Siamo un po’ sempre lì, tra gli anni ’80 e un pop dal gusto mainstream. I ritornelli a presa rapida non mancano.

CROWS – “Reason Enough”
[Bad Vibrations]
indie-rock

Le note stampa ci dicono che il disco porta il suono storicamente adrenalinico del gruppo post-punk in un territorio nuovo. Sebbene lo spirito punk della band rimanga intatto, dal punto di vista sonoro sono più raffinati e coesi che mai: è il suono più maturo che i Crows abbiano mai avuto, senza compromettere la loro grinta.

BEING DEAD – “EELS”
[bayone Records]
indie-rock

Pronti per un viaggio sonoro che profuma di garage e surf rock anni ’60, sunshine pop e psichedelia? Bene, se lo siete allora saltate sul carrozzone dei Being Dead, non ve ne pentirete.

TROPICAL FUCK STORM – “Tropical Fuck Storm’s Inflatable Graveyard”
[Tropic Fuck Storm]
indie-rock

Un live album tutto da godere per gli australiani super eclettici, distorti, rumorosi, fuori dagli schemi e scatenati.

KIT SEBASTIAN – “New Internationale”
[Brainfeeder]
indie-pop

“New Internationale” è il terzo album dei Kit Sebastian. Hanno scritto la maggior parte dell’album in viaggio, stimolati dai suoni scoperti durante i loro spostamenti: clarinetto turco, santour, oud, gangsa, cetra, clavicembalo, e così via. Hanno inciso la maggior parte dei brani a Londra durante brevi pause, con il batterista di lunga data Theo Guttenplan e il contrabbassista David Richardson che si sono uniti a una panoplia di corni, archi e percussioni. “New Internationale” è una sintesi avvincente dei suoni e degli stili che hanno a lungo stuzzicato Kit Sebastian: pop francese e psych anatolico, Tùtropicália d’epoca e rock’n’roll degli esordi, con brezze di soul e prog che soffiano attraverso le finestre aperte dell’immaginario collettivo della coppia.

THE IRREPRESSIBLES – “Yo Homo”
[Of Naked Design]
art-rock

Sempre un piacere ritrovare la classa, l’eleganza e l’estro di Jamie McDermott e il suo progetto The Irrepressibles. Questa nuova fatica ci sembra cruda, sferzata da chitarre ma anche da arrangiamenti suggestivi, visionaria e dolce tanto quanto minimale e rabbiosa.

SERJ TANKIAN – “Foundation”
[autoproduzione]
rock

Serj ci dice tutto: “Il motivo per esce questo progetto è che lavorando al mio libro ho avuto modo di riguardare a brani e musica di diversi periodi. Una delle canzoni risale ai tempi dei primi System Od A Down, anche se non è mai uscita. Un paio di brani risalgono invece del mio periodo solista 2007-2008 che però non c’entravano molto con l’album dell’epoca. È una retrospettiva interessante della musica di periodi diversi che non ho mai pubblicato, e l’ho chiamato Foundations perché si tratta delle basi della mia storia musicale. Sono canzoni interessanti e molto diverse l’una dall’altra: una è molto heavy, una è molto prog“.

GEMMA HAYES – “Blind Faith”
[autoproduzione]
indie-folk

Il folk suggetivo, maturo, terapeutico e intenso di Gemma Hayes si distingue e colpisce nel segno.

OCTOBER DRIFT – “Blame The Young”
[Physical Education]
indie-rock

Conosciamo bene qui su IFB gli October Drift e sono da sempre tra i nostri favoriti e ogni loro nuovo album per noi è manna dal cielo. Indie-rock epico e coinvolgente.

BLITZ VEGA – “Northern Gentleman”
[FutureSonic]
indie-rock

Blitz Vega, la band guidata dal bassista degli Smiths Andy Rourke e da Kav Sandhu degli Happy Mondays, si era formata nel 2016 e si è conclusa con la morte di Rourke per cancro al pancreas nel 2023. Aveva 59 anni. È stato finalmente pubblicato l’unico album della band, “Northern Gentleman”, 10 brani in gran parte scritti e registrati prima della morte di Rourke, il canto del cigno della sua impressionante carriera. Nel comunicato stampa dell’album, Sandhu ricorda Rourke con affetto. “Ogni canzone racconta una storia e mi riporta personalmente a un ricordo della registrazione di quel brano, del viaggio in macchina verso lo studio. Quella conversazione o qualsiasi cosa sia successa intorno alla sessione di registrazione“, ha scritto il cantante. “Sento la sua voce nella mia testa, che ripropone tutto ciò di cui abbiamo parlato durante la registrazione della canzone. Vedo il suo volto che mi sorride“.

BEST BETS – “The Hollow Husk of Feeling”
[Meritorio Records]
power-pop

Dalla Nuova Zelanda il travolgente power-jangle-pop dei Best Bets. Un disco vecchio stampo. Di quelli che riportano in alto le chitarre e anoi va benissimo.

TRACE MOUNTAINS – “Into The Burning Blue”
[Lame-O Records]
folk, country

Il quarto, e più ambizioso lavoro, di Dave Benton aka Trace Mountains: la solita vena cantautorale impastata di folk e country si arrichisce questa volta di influenze rock anni ’80, da Tom Petty a Bruce Springsteen

MERCE LEMON – “Watch Me Drive Them Dogs Wild”
[Darling]
indie-rock

L’ultimo album di Merce Lemon “Watch Me Drive Them Dogs Wild” è una raccolta di canzoni sincere che parlano di appartenenza e desiderio. Per fans di Waxahtachee, Snail Mail, Soccer Mommy.

LINDA COLLINS – “Choices”
[Urtovox]
indie-rock

Dettagliato nella produzione e nell’uso dell’elettronica, che per la band ha sempre costituito una forma strumentale, il nuovo lavoro dei Linda Collins lascia più spazio alle chitarre, che aprono scenari ruvidi e versanti lo-fi, e a voci che si riflettono eteree, su un tappeto sonoro aiutato da una potente sezione ritmica, trasportandoci in aree lisergiche. Un lavoro che in dieci brani si muove tra l’onda lunga degli anni ’90, ballad alt-rock, e aperture post-rock in cui non mancano le atmosfere ipnotiche e l’intimità della scrittura.

FRANCESCA BONO – “Crumpled Canvas”
[WWNBB]
indie-rock

“Crumpled Canvas” vede la straordinaria co-produzione del leggendario Mick Harvey (Nick Cave and the Bad Seeds) nonché la partecipazione di eccellenti musicisti quali Vittoria Burattini (Massimo Volume) alla batteria, Egle Sommacal (Massimo Volume) alla chitarra e Marcello Petruzzi (33 Ore) al basso.