Marley Munroe in arte Lady Blackbird viene da una lunga gavetta come vocalist e autrice, un percorso che l’ha portata a registrare il fortunato “Black Acid Soul” dedicato in gran parte alla musica soul e gospel anni sessanta (con cover di pregio da Tim Hardin a Nina Simone) a collaborare con Moby (“Dark Days” e “Walk With Me”) e Trevor Horn.
“Slang Spirituals” è una potente dichiarazione d’intenti e d’indipendenza. Un secondo disco che pur non discostandosi dalla tradizione soul – funk negli arrangiamenti e nell’uso dei fiati fa emergere il magnetismo della Lady in veste non solo d’interprete e performer ma di direttrice musicale.
Ottimismo contagioso quello di “Let Not (Your Heart Be Troubled)” primo brano di un album che sa essere grintoso e trascinante allo stesso tempo in “Like A Woman” e “Reborn”. Domina ogni nota la personalità affascinante di Marley Munroe che usa la voce mettendola al servizio di ogni canzone, dalle più estroverse e movimentate a quelle più confidenziali e folk come “Man On A Boat”.
Un disco che regala sorprese con la psichedelia di “When The Game Is Played On You” che rielabora l’omonimo brano di Bettye Swann e “Whatever His Name” tra modernità e tradizione, momenti in stile Motown come “The City”, “Matter Of Time” o l’ammiccante “If I Told You” e ballate (molto buona “No One Can Love Me (Like You Do)”.
L’ America di Kamala Harris, se dovesse materializzarsi, è anche quella di Lady Blackbird consapevole del passato ma capace di guardare avanti come in “Someday We’ll Be Free”. Marley Munroe da Farmington (New Mexico) regina dei jazz club rinasce, si reinventa e oggi punta più in alto con intensità e passione.