Abbandonarsi alla follia, nuotando in uno stravagante mondo pieno di colore; con il suo nuovo singolo “Kappaò”, Jacopo Gobber si mette in gioco mescolando immagini ed epoche fino a ribaltare la realtà. Un brano eccentrico e poliedrico, in cui i continui cambi di ritmo trasportano l’ascoltatore nella psichedelia di suoni incategorizzabili. Estraneo al tempo e allo spazio, Jacopo Gobber dà vita a virtuosismi capaci di ricordare nomi importanti come Beatles e Talking Heads pur mantenendo un’attitudine giocosa e naïf. Un brano sorprendente e inaspettato che fa volare la fantasia.
Il riff di chitarra mi ricordava “Day Tripper” dei Beatles, allora per rovinarlo un po’ ho sostituito la chitarra con dei colpi di clacson. Il giro di organo invece mi ricordava una pubblicità dei pannolini. È una canzone bizzarra, molto naïf, con parti leggere e colorate e altre più noise e incespicanti come lo stacchetto robotico in 7/4 alla Talking Heads.
“L’eschimese che gioca alla roulette russa” sarebbe in realtà un robot: avevo fatto un sogno dove c’erano dei robot seduti in una tavola rotonda che facevano la roulette russa, però “robot” non ci stava con la melodia ed era simpatico un eschimese che giocava a qualcosa di russo. “La domenica” invece ci stava bene appiccicata a Kappaò: la domenikappaò.
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