Ritorno interessante e inaspettato quello in chiave solista di Cassie Ramone (Vivian Girls,The Babies) che discograficamente parlando aveva pubblicato poco dopo “Memories” del 2019 primo album post – reunion proprio delle Vivian Girls. “Sweetheart” è un viaggio on the road lungo strade secondarie e motel in cui fermarsi a dormire solo per una notte, come quello che compare in copertina.
Registrato con lo storico collaboratore Dylan White ai Valley Structures di Richmond (Virginia) e accompagnato da una serie di video disponibili su Youtube, l’album si allontana decisamente dall’atmosfera metropolitana di Brooklyn per immergersi in suggestioni e ricordi d’infanzia, confessioni e rivincite.
Undici brani vulnerabili e dal sound scarno, lo – fi eppure incisivo, che mostrano un lato diverso e molto più personale di Cassie Ramone. Le chitarre distorte e con riverbero che sono da sempre il suo marchio di fabbrica ci sono ancora ma vengono usate in modo diverso, come contrappunto a ritornelli minimali fin dalle prime note della psichedelica “I’m Going Home”.
I sintetizzatori e l’elettronica di “Joy To The World” convivono benissimo con le melodie sognanti e grintose di “He’s Still On My Mind”, con le armonie spettrali e graffianti di “They Hide Their Eyes”, con l’indie – pop mai così radiofonico e a fuoco di “Together” e “Sweetheart”.
L’alt – rock deciso di “Running Dry” trascina e convince, incuriosisce invece “The Only Way I Know How” con ospite Mac DeMarco in una piccola cavalcata indie dal sound vivace e sbarazzino, mentre l’ipnotica “Dilly Dally” sembra uscire da un disco anni sessanta e “Wait A Minute” in chiusura suona accattivante e deliziosa.
La voce di Cassie Ramone è perfetta per queste atmosfere intriganti e soffuse, con quell’aria vissuta da cantante d’altri tempi ma in realtà molto moderna che indubbiamente le si addice nella sua “versione di un album pop inspirata dalla musica pop passata e presente” come lei stessa ha definito “Sweetheart” ed è confortante e piacevole ritrovarla in questa veste.