Difficile etichettare artisticamente una band come i The Voidz. La formazione statunitense, infatti, rappresenta una sorta di unicum nel variopinto panorama della scena alternativa internazionale. Del resto, quando si ha a che fare con il genio creativo – e con l’ego smisurato – di un totem come Julian Casablancas, risulta piuttosto difficile riuscire a raccapezzarsi fra le numerose derive sonore intraprese dal leader dei The Strokes nel corso degli anni.
“Like All Before You”, questo il titolo della nuova fatica discografica dei Nostri, è il terzo album pubblicato dai The Voidz dal 2014. Beardo e compagni, in pratica, festeggiano il loro primo decennio di attività attraverso dieci brani che si collocano esattamente a metà fra quel gioiellino dell’esordio (“Tyranny”) e quel dischetto decisamente più accessibile che risponde al nome di “Virtue”. Già. Perché brani come “Prophecy Of Dragon” o la stessa “Flexorcist” provano a mettere subito in chiaro quelle che sono le intenzioni della band americana: ovvero, sentirsi a proprio agio sia nella sperimentazione più selvaggia che nell’accessibilità più confortevole.
Un vero e proprio mappazzone di note che giammai trova rifugio nelle stanze iper-glitterate di quell’albergo a cinque stelle che è il mainstream più canonico ma che, al contrario, riflette – in maniera oltremodo sfavillante – l’identità eclettica di sei musicisti che sanno il fatto loro. “Square Wave”, per esempio, si affaccia dalle parti dei New Order più patinati con delle gustosissime linee di basso che a definire geniali si corre il rischio di mantenersi un po’ troppo bassi (e scusate il gioco di parole). Con “7 Horses”, invece, i The Voidz si limitano a fare il compitino, segnando un goal a porta vuota (pur se dopo una splendida azione).
Epperò, quando Casablancas e soci decidono di alzare il livello, le cose si fanno maledettamente interessanti. In “All The Same” e “Perseverance”, infatti, il gruppo a stelle e strisce mette in evidenza tutto il proprio Sapere musicale, confezionando due brani che si candidano a diventare dei veri e propri instant classics del disco in questione. E poco importa se l’iniziale “Overture” e la conclusiva “Walk Off” – piazzate, per l’appunto, in cima e alla fine della tracklist – siano solo degli espedienti per allungare il brodo. Sì, perché “Like All Before You” è il tentativo – riuscito – dei The Voidz di ripresentarsi sul proscenio musicale con un lavoro che suonasse, allo stesso tempo, sia ricercato che accessibile.
Difficile tenere il piede in due band con i controfiocchi (come se nulla fosse). Poteva riuscirci solo quel diavolaccio di Casablancas.