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L’autunno è il regno della dualità, della malinconia, del contrasto. La passione e l’energia dell’estate sono ormai coperte dal freddo invernale ma ancora non si arrendono e creano quella malinconia che tanto piace a noi che passiamo i pomeriggi piovosi ad ascoltare dischi su dischi. Infatti, l’autunno è anche terreno fertile per tutti gli ombrosi, solitari, losers, sognatori e maniaci musicali. Questa classifica, come quella precedente sull’estate, ha un filo conduttore molto semplice: tutti i brani devono contenere la parola Autumn nel titolo. Spero che ascoltare questa top 10 sarà emozionante come lo è stato stilarla perché ogni brano ha portato con sé languore, tristezza, sogni, e speranze. Devo dire che scegliere solo dieci brani è stata una sofferenza e sono rimasti fuori pezzi incredibili ma d’altronde….

Bonus-Track October
1981, da “October”

Prima della top 10 permettetemi di giocare la carta Bonus. Vorrei iniziare con un brano che non contiene proprio la parola Autumn nel titolo ma ne contiene una che è l’emblema dell’autunno, del dualismo e della malinconia: October. “October” degli U2 è una ballata breve e delicata, caratterizzata da un arrangiamento minimale e una melodia malinconica. È un brano che mostra il lato più vulnerabile degli U2, una dimensione più introspettiva e personale. Ricorda un re senza corona che cammina nella brughiera bagnata dalla pioggia. Dove il verde dell’erba ti fa inginocchiare e le nuvole ti proteggono dai demoni del cielo. Il Re pensa alla sua terra lontana e alle battaglie vinte e perse. Ora è ottobre, è autunno, è la malinconia.

“October… Kingdoms rise and kingdoms fall”

10. Dunwich Beach, Autumn, 1960
1982, da “On Land”

E via, si parte. Almeno per questo pezzo iniziale vi prego di mettere le cuffie. Andiamo in una spiaggia del Suffolk dove la marea corrode la terra come il tempo scava dentro l’estate fino a consumarla e farla diventare lentamente autunno. Un suono inesorabile, notturno, malinconico. Un brano straordinario di un album altrettanto straordinario. “Dunwich Beach, Autumn, 1960” da “On Land” di Brian Eno. Così deve suonare l’autunno in qualche galassia lontanta che non conosceremo mai.

9. Autumn
1977, da “Over”

“Autumn” di Peter Hammill è un brano tratto dall’album “Over” del 1977, una delle opere più personali e intense della sua carriera. Questo album è stato scritto in un periodo di grande difficoltà emotiva per Hammill, dopo la fine di una lunga relazione amorosa, e “Autumn” riflette quel senso di perdita, malinconia e introspezione che pervade l’intero disco. Drammatico, teatrale, affilato, viscerale. La voce di Hammill trasmette una vulnerabilità e una sofferenza palpabili. La sua interpretazione è carica d’intensità e persino di rabbia. Violino, chitarra acustica e orchestra creano contrasti che fanno somigliare il brano a un duello all’ultimo sangue. Epico e violento. “Autumn” è una canzone che cattura perfettamente il senso di malinconia e cambiamento che l’autunno porta con sé. Quel soffio di vita così carico d’estate che si sta per arrendere all’inverno.

8. Autumn
2001, da “The Ugly People vs. The Beautiful People”

“Autumn” dei The Czars è un brano tratto dal loro album “Ugly People vs. Beautiful People”. La voce di John Grant evoca solitudine e brilla come una stella rosso fosforescente nella notte. Nel brano c’è oscurità ma anche una vulnerabilità palpabile. È una confessione di dolore e accettazione. La musica si muove attraverso una nebbia. Il ritmo è lento, la voce profonda e malinconica. Si può chiedere di meglio in autunno?

7. Autumn Leaves
1996, da “Live at the Blues Alley”

La versione di “Autumn Leaves” cantata da Eva Cassidy è un’interpretazione straordinaria di uno dei più celebri standard jazz della tradizione musicale americana. Registrata nell’album “Live at Blues Alley” del 1996, la canzone mette in mostra l’immenso talento vocale della Cassidy. La canzone, come è noto, parla di perdita, rimpianto e nostalgia, evocando l’immagine delle foglie d’autunno che cadono a simboleggiare la fine di un amore. Questi temi trovano una perfetta risonanza nella voce cristallina di Eva Cassidy, che con il suo controllo vocale impeccabile riesce a trasmettere fragilità e dolore con una profondità rara. Accompagnata solo da una morbida chitarra acustica morbida passa con grazia dai toni più dolci e sussurrati ai passaggi più intensi, senza mai esagerare o perdere di autenticità. Uno degli aspetti più notevoli della performance di Eva è la sua capacità di reinterpretare “Autumn Leaves” non come un semplice standard jazz, ma come una canzone folk con un’anima profondamente emotiva. A differenza di altre versioni più orchestrate o orientate verso il jazz tradizionale, Eva si concentra sulla narrazione emotiva, mantenendo il brano semplice ma incredibilmente carico di sentimento.

6. Autumn’s Vicar
2002, da “Is A Woman”

“Autumn’s Vicar” dei Lambchop, tratto dall’album “Is A Woman”, è una canzone intima e contemplativa. Il brano si apre con un delicato arrangiamento orchestrale, dominato da archi e pianoforte, che subito evoca un senso di quiete e di grazia. La voce di Kurt Wagner, profonda e sussurrata, scivola attraverso la traccia con un tono confidenziale e incredibilmente profondo. L’uso del termine vicar (vicario) suggerisce la presenza di una figura intermedia o di una guida spirituale, quasi a indicare che la stagione autunnale, con il suo ciclo di declino e rinnovamento, possa fungere da mediatore tra il vecchio e il nuovo, tra ciò che è passato e ciò che deve ancora venire. Musicalmente, “Autumn’s Vicar” si muove con lentezza e grazia, senza mai affrettarsi. Sedere su una panchina, con l’aria carica di pioggia, le foglie cadute e rese morbide dalla pioggia formano un tappeto rosso e giallo sotto i nostri piedi.

5. Autumn Sweater
1997, da “I Can Hear the Heart Beating as One”

“Autumn Sweater” degli Yo La Tengo è uno dei brani più iconici della band, tratto dal loro album del 1997 “I Can Hear the Heart Beating as One”. Con il suo sound intimo e ipnotico, la canzone cattura perfettamente lo spirito autunnale. La canzone si distingue per la sua costruzione musicale minimalista ma ricca di atmosfera. Una drum machine fa da base al brano, mentre una delicata linea di organo e chitarre sottili si intrecciano dolcemente, senza mai sopraffare la delicatezza della voce. La combinazione di suoni elettronici e strumenti organici è uno dei tratti distintivi degli Yo La Tengo, e in “Autumn Sweater” viene utilizzata in modo magistrale. L’uso della drum machine, che potrebbe sembrare fredda o distante in altre mani, qui diventa un battito costante che guida l’ascoltatore attraverso un paesaggio sonoro intimo e contemplativo.

4. Autumn’s Child
1967, da “Safe As Milk”

Anche il pazzo, sghembo, geniale Beefheart è rimasto stregato dall’autunno. “Autumn’s Child” mescola blues, rock psichedelico e surrealismo, creando un mondo sonoro unico e avvolgente. Un ronzio di theremin conferisce alla canzone un’atmosfera aliena e sciamanica. Intanto il blues viscerale ci strappa le budella e il cuore. Il bambino d’autunno che dà il titolo al brano rappresenta il lato più poetico e vulnerabile dell’artista. L’autunno, spesso associato al declino e alla riflessione, qui invece viene evocato con un senso di meraviglia, come se ci fosse una bellezza nascosta nella fine delle cose, un tema che ritorna più volte nell’immaginario del brano. Il theremin, la slide e i ritmi sincopati danno vita allo stile unico del Capitano Cuor di Vitello.

3. This Fire Of Autumn
2012, da “The Something Rain”

“This Fire of Autumn” dei Tindersticks è un brano tratto dal loro album del 2012, “The Something Rain”. La canzone incarna perfettamente lo stile della band: atmosfere cinematografiche, arrangiamenti sofisticati e una forte componente emotiva. “This Fire of Autumn” è calda e avvolgente. Chitarre morbide, ritmi incalzanti e l’inconfondibile tocco retrò. La voce meravigliosa di Stuart Staples, profonda e carica di malinconia, si intreccia con la melodia in un modo ipnotico. Passioni che bruciano e sentimenti fugaci, come un fuoco d’autunno. La canzone si distingue per la sua eleganza senza tempo. Basta chiudere gli occhi e i Tindersticks ci trasportano in un mondo di emozioni intense e immagini evocative. La voce di Stuart Staples, come sempre, dona al brano un tocco sofisticato e romantico, mentre la batteria e le chitarre creano un senso di moto perpetuo.

2. Autumn’s Child
2004, da “Rejoicing in the Hands”

“Autumn’s Child” è anche il titolo del pezzo di Devendra Banhart, dall’album “Rejoicing in the Hands” del 2004. Una commovente ninna nanna lo-fi in punta di voce. Un autunno che riverbera e si ripete in un pugno di note che ci cullano in mezzo alla pioggia. Il sound a bassa fedeltà aggiunge al brano un fascino rustico e autentico. Devendra Banhart ha catturato un momento spontaneo, intimo, naturale e ce lo ha donato così com’è. Senza fronzoli. Come per tutte le cose semplici, fare un pezzo così non è per nulla facile. Ma si sa, l’autunno aiuta in queste circostanze….

1. Autumn
2010, da “Have One On Me”

Come all’inizio vi avevo consigliato di mettere le cuffie, così faccio ora per la fine. Il brano “Autumn” di Joanna Newsom, contenuto nel suo album “Have One On Me”, è un’esperienza unica e visionaria. Con questa canzone, la Newsom ha creato un’opera che, come l’autunno, evoca sensazioni di transizione, malinconia e bellezza fugace. Uno degli elementi più distintivi di “Autumn” è la voce, così peculiare, acuta e apparentemente fragile, capace di emozionare con una delicatezza e una sincerità rare. La sua voce eterea e ricca di sfumature ci racconta antiche favole e ricordi sbiaditi nel tempo. La voce si intreccia con l’arpa di Joanna che evoca foglie cadenti, cieli grigi e una natura che si prepara all’inverno. La Newsom esplora temi legati al ciclo della vita, al passare del tempo e alla trasformazione. La sua scrittura è densa e intricata, piena di riferimenti alla mitologia, alla natura e insieme alle riflessioni personali. Dal punto di vista musicale, “Autumn” dipinge un paesaggio sonoro che rispecchia il cambiamento stagionale, con momenti di quiete interrotti da improvvisi crescendo. Specie nella seconda metà dove l’arpa viene accompagnata dall’orchestra e la voce della Newsom si libera tra le vette che toccano il cielo.