La musica e la voce di Jamie Stewart mi hanno sempre suggerito la pazzia. Intendo la pazzia autentica, quella da clinica psichiatrica. Sempre ai confini tra questo mondo e qualcosa di diverso, d’inquietante.
Lucidi, sinceri e destabilizzanti come solo i folli possono essere, gli Xiu Xiu continuano il loro viaggio nel lato oscuro delle nostre anime e non perdono un dannato colpo. Questo album è intitolato nientemeno che “13 inches Frank Beltrame Italian Stiletto with Bison Horn Grips” ed è composto da nove pezzi.
In “Arp Omni” la voce di Stewart, un groviglio di emozioni soffocate, fluttua nello spazio e ci canta una preghiera apocalittica. “Maestro One Chord” suona come se The Streets stesse annegando e con le ultime forze ci regalasse una canzone. “Common Loon” è il brano rock dell’album. L’ultimo Scott Walker che suona con Lou Reed. Subito dopo è il turno di “Pale Flower”. Il rock è già bello che sparito e siamo nel mezzo di un pezzo di elettronica sinistro e oscuro con un momento “tribale” nella seconda parte quanto mai azzeccato. “Veneficium” sembra un horror fantascientifico e Jamie Stewart ci delizia con un sermone new wave. “Sleep Blvd” è viscerale e schizofrenica. Con una voce dannatamente romantica. “TDFTW” è da ballare tutta la notte, rigorosamente al buio. “Bobby Bland” è un’ossessione robotica che trasmette solitudine e malinconia. Chiude, in maniera disperata, poetica, teatrale e a suo modo dolcissima, “Pina, Coconut & Cherry”, con momenti di violenza lancinante nelle urla di Stewart che attraversano gli ultimi novanta secondi del disco.
Da quando è iniziato settembre il livello degli album usciti è altissimo e questo degli Xiu Xiu, dal titolo improponibile, non fa eccezione. Uno dei loro lavori migliori. Intriso di lirismo, ritmo e lucida inquietudine. Lo stile di Jamie Stewart e degli Xiu Xiu non è facilmente definibile ma è molto familiare a tutte quelle anime perse che non trovano un posto nella galassia e si sentono sopraffatte dall’universo. La loro musica crea un legame viscerale e autentico con chi l’ascolta e la “sente”.