Bel ritorno quello dei Being Dead che per registrare il secondo album dopo “When Horses Would Run” si sono trasferiti da Austin (Texas) a Los Angeles per due settimane. Produce John Congleton e riesce a tirar fuori un lato diverso che va oltre le evidenti influenze sixties della band di  Falcon Bitch e Shmoofy a cui si aggiunge  la bassista Nicole Roman – Johnson.

Indie – rock mai lineare e sempre contagioso il loro, caratteristiche a cui “Eels” non rinuncia di certo fin dall’irresistibile “Godzilla Rises” o nelle melodie oblique di “Blanket Of My Bone” e  “Problems”. La collaborazione con Congleton permette però ai Being Dead di esplorare un sound ruvido e ritmato che emerge pienamente in “Van Goes”, nella grinta di “Firefighters” e nell’urgenza del basso di “Ballerina”.

Il folk di “Dragons II”, l’alt – rock di “Nightvision” mostrano quanto i Being Dead siano cresciuti in questo disco senza minimamente perdere la capacità di scrivere ritornelli trascinanti come quelli di “Rock n Roll Hurts”, “Love Machine” e “Goodnight”. Cesellano sedici brani vivaci, stilisticamente vari tenendo fede alla fama di very, very dangerous band che li circonda.

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