Urko Dorronsoro from Donostia – San Sebastian, Euskal Herria (Basque Country), CC BYSA 2.0, via Wikimedia Commons

Ryley Walker si era messo in proprio con la sua label Husky Pants già da qualche anno e, oltre al suo disco più recente, “Course In Fable“, uscito ad aprile 2021, il musicista nativo di Chicago, ma da qualche tempo di stanza a NYC, ha potuto continuare a pubblicare – almeno digitalmente – EP, collaborazioni e live album.

Come avevamo raccontato al tempo della recensione di “Course In Fable”, lo statunitense si è finalmente liberato dei suoi problemi con alcol e droghe e questo, a nostro avviso, ha giovato parecchio a Ryley, che ritroviamo stasera in ottima forma.

Il musicista di Chicago è in tour in Europa da solo già da qualche settimana e in questi giorni ecco il suo atteso ritorno in Italia: appena entrati nel bellissimo locale che ospita il suo concerto oggi, lo incontriamo e incominciamo a chiacchierare e ci racconta che ha un visto per un anno per abitare in Italia e presto si trasferirà a Roma. Sicuramente una bellissima sorpresa per i fan italiani di Walker che avranno certamente possibilità di vederlo live più di frequente.

Oggi ci troviamo alla Lambruscheria Ca’ Berti, un meraviglioso agriturismo sulle prime colline di Modena e la sala al piano superiore, oltre a ospitare i tavoli per la cena, ha uno spazio dove i musicisti possono suonare. Il pubblico sembra sin da subito interessato alla musica di Ryley e siamo sicuri che la sua qualità e la suggestiva location saranno un’ottima combo per una serata di alto livello.

Non sono ancora le dieci e dieci quando Ryley inizia a suonare aprendo con “Rang Dizzy”: ogni pezzo è un viaggio incredibile e il primo della serata è solo l’introduzione al percorso che i fortunati presenti potranno fare oggi. Sebbene solo con la sua chitarra acustica, Walker sa come incantare i suoi fan, cominciando con lunghi arpeggi e poi continui ricami e una tecnica come pochi che gli permette di trasformare i suoi brani in piccoli gioielli. Melodie fragili, ma deliziose, raffinatezze jazz ed eleganza incredibile con numerosi passaggi strumentali che lasciano a bocca aperta anche il meno interessato dei presenti.

Subito dopo è il turno della nostra preferita, “The Roundabout”, principale singolo di “Golden Sings That Have Been Sung” (2016): un piccolo capolavoro di sensibilità, melodie e qualità, mentre lo statunitense è sempre libero di agire, mettendo in mostra la sua straordinaria qualità strumentale con ricchi arrangiamenti e grandissima qualità.

Dopo la passionale cover di “If I Were A Carpenter” di Tim Hardin, Ryley decide di ripescare la vecchissima “Primerose Green”, title-track del suo secondo LP, uscito nel 2015 via Dead Oceans: anche qui il suo tocco chitarristico è perfetto e, nonostante l’assenza degli altri strumenti presenti sulla versione originale del brano, il potenziale è assolutamente elevato. Come è successo più volte durante la serata, le mani di Walker sembrano andare da sole come per magia per dipingere un bellissimo quadro pieno di colori e di sensibilità sonora.

Dopo un lungo e ipnotico pezzo strumentale, la cover di “Go Your Way” di Anne Briggs aggiunge un’inaspettata, ma assolutamente gradita ventata di romanticismo al set del musicista di Chicago, mentre continua a dimostrare le sue grandissime doti tecniche con la chitarra.

Un altro brano molto vecchio, “On The Banks Of The Old Kishwaukee”, chiude la serata in bellezza con continui arpeggi e ricami di straordinario valore.Ancora spazio per un breve encore ed è ora di andare a casa, dopo tutto domani “è un giorno di scuola“, ricorderà Ryley: compriamo il vinile di “Course In Fable” e scambiamo ancora due chiacchiere con la promessa di rivedersi nei prossimi mesi, magari proprio in quel di Roma.

La serata è stata un gioiello di bellezza e qualità e la bellissima venue modenese non ha fatto altro che impreziosire la fantastica musica di Walker, un artista completo, intelligente e davvero capace.