Lorenzo Pagni, toscano di nascita e torinese d’adozione, ha scelto un nome d’arte combattivo, inevitabile forse visto il doppio lavoro che svolge: psicologo in una clinica psichiatrica di giorno, durante la notte scrive canzoni mettendoci tutto il suo vissuto come nei nove brani che vanno a comporre l’album d’esordio.
“Tuffo” alterna storie di salute mentale, morte e rinascita pensate in solitudine e realizzate con l’aiuto di Kendo e Danny Bronzini(già collaboratore di Venerus) canzoni fatte di contrasti che s’incontrano in un alt – pop moderno che non nasconde influenze rap (“Inchiostro Blu”) e R&B (“Amore Bisturi”, “Plutone”) tra skit (“Ombra” con la voce del comico Francesco Fanucchi) e folk (“Trentasette Denti”).
Ascoltando brani come “Orchestra di Silenzi”, “Falco Ubriaco” le melodie fragili e riflessive, fortemente contaminate di “Spigoli” o “Foglie Morte” si capisce facilmente perché Willie Peyote sia rimasto affascinato dalla proposta di Lorenzo Pagni (i due hanno collaborato in “Bloody Mary”) dal suo modo non convenzionale di vedere la realtà in un viaggio interiore all’insegna della diversità.
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