Ci sono dei dischi che celebrano la vitalità, l’emozione al suo punto più alto, la vibrazione potente di un rapporto, ne abbiamo ascoltati tanti e tanti ne ascolteremo, ma ci sono anche dei dischi che sembrano fatti apposta per rappresentare l’altro lato della medaglia, quello più ombroso, malinconico, tutt’altro che solare e urlato. Quell’emozione di cui parlavo prima non è assente, attenzione, ma resta dentro, resta nella testa, nel cuore, foriera di pensieri, tormenti e bisognosa di una riflessiva intimità.

I The Blue Nile con “Hats”, il loro secondo album, tendono a questo, mettendo in musica un ritratto che la copertina ci mostra già fatto e finito. Non è più tempo di parole, è tempo di mettersi il cappello, voltarsi e andare via, racchiudendo, nel buio interno, sensazioni che cercheremo di elaborare.

(Synth) Pop o forse meglio un “post” sophisti pop di cristallina eleganza, ma nello stesso tempo anche di ricercato minimalismo, asciugando ogni superfluo. C’è da dire che anche nel primo album i tre musicisti non avevano certo la tendenza ad appesantire il tutto (la chitarra ad esempio raramente fa capolino), ma qui si fanno ancora più toccanti, acuti e romantici, perché il romaticismo non si soffoca, la passione non si cancella, brucia e pulsa dentro, ma è come se ogni volontà dei musicisti fosse quella di non mostrarla, una passione quasi inscatolata, misurata e controllata nella sua forma (“Froma A Late Night Train” con solo piano, tromba e voce è struggimento noir purissimo), ma ovviamente più viva che mai nella sostanza. Eppure non mancano alcuni momenti ricchi di pathos, con arrangiamenti così avvolgenti e magistrali che quel mondo in bianco e nero diventa per forza a colori, pensiamo al primo brano, “Over The Hillside” o alla ballata finale, la toccante e soul “Saturday Night”, con quei violini da lacrimoni nel finale: c’è speranza nel nostro sabato sera? C’è una luce di redenzione nella nostra vita? Forse si, piccola, lontana, ma c’è, quel calore sprigionato dal brano ci dice che forse c’è veramente, sta a noi trovarla, o forse è già dentro di noi.

La band di Glasgow così piazza un disco magnifico, nel quale spiccano le ritmiche minimali, il piano che spesso fa capolino a sublimare una melodia e una voce, quella di Paul Buchanan, sempre calda e passionale. Pochi ingredienti per una grande uscita, un grandissimo album che non può mancare nella discografia di chi cerca musica per il cuore.

Pubblicazione: 16 ottobre 1989
Dischi: 1
Tracce: 7
Genere: Pop rock, synth-pop, dream pop
Etichetta: Linn
Produttore: The Blue Nile

Tracklist:

Over the Hillside
The Downtown Lights
Let’s Go Out Tonight
Headlights on the Parade
From a Late Night Train
Seven A.M.
Saturday Night