Come esplicita il suo titolo, il nuovo album della band canadese parte dal 13 febbraio 2024, giorno in cui i morti ufficiali di Gaza erano 28.340.
Si tratta, forse a sorpresa, di uno dei dischi più romantici dei Godspeed You! Black Emperor.
Si percepisce più il dolore che la rabbia. Traspare più la tristezza per le vittime morte che l’attacco ai carnefici vivi. Di sicuro si sente un amore universale suonato a occhi chiusi e braccia aperte. I pezzi sono godibilissimi presi uno per uno ma raggiungono il significato più alto ascoltati insieme, come un’unica partitura. Il primo è un pezzo dolente, melodico come forse mai hanno composto e di breve (per i loro canoni) durata. L’ultimo pezzo, il sesto, si sviluppa sulla falsariga del primo per trascinarci poi con grande impeto verso un finale di pace e dolcezza. In mezzo abbiamo tre grandi cavalcate, tra le migliori del repertorio dei Godspeed You! Black Emperor.
“Sun Is a Hole Sun Is Vapors” apre il disco con una chitarra che ricorda da un lato quella strabiliante colonna sonora che fu “Dead Man” di Neil Young e dall’altro sembra un inno nazionale che unisce nella pace. “Babys in a Thundercloud” viaggia ancora in quel meraviglioso riverbero di nebbia che fu “Dead Man” per poi arrivare a regalarci un riff di una potenza evocativa così rara da commuovere. “Raindrops Castle In Lead” è un alternarsi di pace e rabbia, impreziosito da un violino che ricama una delle musiche più dolci della band. “Pale Spectator Takes Photographs” è già tutta nello stupendo e annichilente titolo. Angoscia, solitudine, orrore e tanta indifferenza popolano la prima metà di questo brano per poi illuderci con un’apertura che ci porta soltanto verso un’apocalisse. Davvero una grande partitura. “Grey Rubble -Green Shoots” è il seguito di “Sun Is a Hole Sun Is Vapors”. Tragica, romantica, tesa nella prima parte. Eterea e malinconica nella seconda parte che chiude il disco.
Per chi ama questa band, sicuramente uno degli album migliori. Romantico, melodico, pensieroso ma sempre trascinante, epico, poderoso. Fatto di progressioni irresistibili e grandi aperture.