Giusto poco fa parlavamo della compilation “Cut Me Deep” che accendeva i riflettori su quel sound chitarristico che, seguendo i favolosi percorsi della musica, avrebbe poi portato ai futuri big del britpop. Ora la Cherry Red piazza il colpo da ’90, prendendo in esame gli anni che vanno dal 1989 al 1994, comprendendo quindi Baggy, Shoegaze (ma solo in minima parte, anche se ci sono dei nomi tutelari da paura come Ride, Lush, Revolver e pure Adorable) e Britpop in un solo cofanetto. Diciamo pure che, per gli appassionati, questi 4 CD a nome “Popscene” non possono che essere considerati come manna dal cielo. Mentre Madchester durò giusto il tempo di un sospiro, il Britpop salì realmente alla ribalta a tal punto che molte band cardine di quel movimento sono (o sono state) in giro tutt’ora con grande seguito. La compilation, al solito molto curata non solo nella scelta delle band (mi piace molto anche la decisione di includere alcune band della Sarah Records come Blueboy, Secret Shine o i divini Brighter), ma anche dal punto di vista fotografico e nozionistico, mostra quei momenti di passaggio, quel percorso musicale che segnò la fine di un percorso ma, nello stesso tempo, l’inizio di qualcosa di nuovo (e si, sono presenti proprio quei singoli che segnarono il vero inizio del Britpop, ovvero “Popscene” dei Blur, marzo 1992, e “The Drowners” dei Suede, maggio 1992).

La nostra attenzione va, come sempre, su 10 nomi di band non così spesso nominate, ma decisamente meritevoli di essere ripescate. Ma tranquilli, se date un’occhiata alla tracklist vederete che i pesi massimi (ma massimi veramente) non mancano affatto!

10 – The Mock Turtles “And Then She Smiles”

Canzone di una bellezza che non ci si crede, tra coretti invitanti, chitarre scintillanti e una melodia spaziale, quasi smithsiana ma con l’organetto che ogni tanto fa capolino alla Charlatans, questa “And Then She Smiles” datata 1989 che poi ritroveremo sull’esordio “Turtle Soup”. Certo, so già cosa state per dire…dei simpatici Mock Turles tutti ricordano solo “Can You Dig It?”, è vero, ma la pigrizia è una brutta bestia. Band assolutamente da riscoprire.

9 – The Bridewell Taxis “Honesty”

Bella, bellissima canzone in pimpante odore di Baggy e di Happy Mondays questa “Honestly” dei Bridwell Taxis: venivano da Leeds ma furono inseriti nella scena di Madchester, anche se a mio avviso avevano comunque anche un bel taglio indie-pop ben variegato.

8 – Popguns “Still A World Away”

Lo splendore guitar-pop di questo brano è coinvolgente e ci fa stare bene. Qui siamo nel 1991. Sapere poi che i Popguns sono ancora qui che dispensano musica ci fa davvero felici. Una band adorabile.

7 – Flowered Up “Take It”

Che il Baggy sia con voi. I Flowered Up venivano da Camden Town e i fratelli Maher avevano in mente solo una coda, farci muovere e ballare a colpi di chitarre e di groove.

6 – Sp!n “Fifteen Minutes”

Prima di diventare i grandi, grandissimi Gene, i nostri 4 eroi avevano segnato una rotta Baggy con gli Sp!n, formazione in cui, a dire il vero, il buon Martin (idem il bassista Kevin Miles) era arrivato giusto per l’ultimo EP, ovvero “Hot Blood”, prodotto da Stephen Street. Fa veramente sorridere questo brano pensando a quello che ci sarà dopo.

5 – The Revs “Selfish”

Bella pimpante questa “Selfish” dei Revs che apriva il loro EP del 1992 “Elevater”. Piglio brioso e approccio punk in tutti i 4 i brani, anche se questa è sicuramente la canzone più solare e immediata, melodicamente parlando. Una formazione minore, certo, ma che è davvero piacevole andare a riprendere.

4 – Whiteout “No Time”

C’è stato un momento in cui i cari Witheout se la giocavano con gli Oasis. Si si proprio con loro. Gli scozzesi ci mettevano un taglio quasi anni ’70, senza dimenticare i doverosi rimandi agli Stone Roses e questa trovolgente “No Time”, che potrebbe anche appartenere a dei Black Crowes belli lanciati, era il loro biglietto da visita con la Silvertone datato 1994.

3 – Mantaray “Adoration”

Non smetterò mai di dirlo. Con il disco “Some Pop” del 1994, da cui questa “Adoration” è tratta, i Mantaray realizzarono quello che i Blur avrebbero potuto fare dopo “Parklife”: a mio avviso un manifesto vero e proprio del Britpop. Canzone pazzesca.

2 – Bleach “Shotgun”

Ma quanto poco sono stati considerati i Bleach? Eppure vi assicuro che in ambito shoegaze erano davvero pazzeschi, con un pugno di brani non solo degni di nota ma di vera e propria adorazione, penso alla favolosa “Decadence” (se non la conoscete vi prego, cercatela!). La Cherry sceglie “Shotgun”, in cui Salli Carson si permette un azzardato rap che però, in mezzo al frastuono shoegaze, funziona.

1 – 18 Wheeler “Suncrush”

Si, lo so, gli 18 Wheeler in fin dei conti non sono così sconosciuti, hanno fatto 3 album , uscivano per Creation, hanno avuto una discreta visibilità. Eppure io non potevo non metterli, anche solo per il semplice fatto che spesso, più che per la loro musica, sono ricordati solo per essere stati la band di spalla degli Oasis in quel famoso 31 maggio 1993 quando Alan McGee scoprì, a Glasgow, la band dei Gallagher. Debitori, sopratutto nel primo disco, del sound dei Teenage Fanclub, questi piccoli eroi scozzesi hanno piazzato degli ottimi brani e quello che presento qui, e che la Cherry ha giustamente incluso nella compilation, meritava davvero di essere il conclusivo di questa TOP 10. Una perla, una vera e propria perla: “Suncrush” è solare, dolce, morbida, gentile. Insomma un capolavoro guitar-pop per noi che abbiamo il cuore dolce. La voce di Idha Ovelius che duetta con Sean Jackson è una delle cose più dolci che abbia mai sentito nella mia vita.