Meritano di essere seguiti con grande attenzione questi Jock, un quartetto originario di Oakland che con le sei tracce di “Labyrinth” fa il suo ufficiale debutto dopo neanche due anni di attività. La band statunitense, capeggiata dalla cantante e chitarrista Kiana Endres, scende nell’arena del rock alternativo con un EP abbastanza lungo (quasi mezz’ora di durata) ed estremamente interessante, contraddistinto com’è da sonorità screziate e, a tratti, persino sorprendenti e innovative.
Il post-punk mutante, rumoroso, moderno e dal retrogusto gotico dei Jock è un ottovolante di emozioni che non si ferma davvero mai, correndo veloce lungo i binari del noise, dello shoegaze, del dream pop e persino del post-hardcore, del post-metal e del black metal, come ben dimostrano i furiosissimi secondi iniziali di “Blue Jocktober”. In un calderone di generi, stili e umori differenti bolle un crossover musicale dal fortissimo impatto che, di ascolto in ascolto, si fa apprezzare sempre di più.
Occorrono infatti molteplici tentativi per stimare appieno la formula dei Jock che, nonostante la spiccata propensione alla melodia, amano menare forte, quando non fortissimo. L’EP scorre via tra le distorsioni ultra-fragorose della chitarra di Cassidy Dunn e la voce eterea di Kiana Endres: un bel mix tra dolcezza e durezza, un scontro perenne tra paradiso e inferno che caratterizza in lungo e in largo l’intero disco.
Ed è proprio qui che sta la forza di questa misteriosa e sconosciuta band californiana: la capacità di essere fragile e al tempo stesso solida, artefice di un sound rocciosamente “sognante” che tocca i suoi punti più alti in brani di ottima fattura come “Jock’s Labyrinth”, “Down In Hell” e “O1”. Speriamo di risentirli presto con un vero e proprio full-length!