La bellezza. Questo è quello che viene in mente se si pensa agli Sade. La band inglese ha esordito giusto 40 anni fa, con il suo primo LP “Diamond Life” che conteneva almeno quattro hit che hanno sfondato le classifiche di mezzo mondo. Da allora, altri 5 LP, fino al 2010 e una quantità infinita di singoli di successo. La bellezza, dicevamo. Innanzitutto, la bellezza di lei, la frontwoman, Sade Adu. Sangue misto, padre nigeriano e madre britannica. Fisco esile ma pieno di curve. Un sorriso che scioglierebbe i ghiacciai, sinceramente timido eppure così pieno, sicuro di sé e profondamente empatico. Due occhi da gatta persiana. Lentiggini accennate. Una meraviglia di donna: classe e semplicità (anche nei suoi outfit), dolcezza infinita. Alla quale viene associata una musica che le sta alla pari, tagliata su misura sulla sua immagine iconica. Musicalmente, gli Sade non hanno inventato nulla per carità. All’inizio legati allo smooth jazz e al soul, poi pian piano si sono attualizzati andando verso forme di downtempo e r&b contemporaneo. Sempre un pò in ritardo o un pò in anticipo, ma mai alla moda: sono loro che hanno creato le mode, semmai. Sempre “easy listening”, sempre con un occhio alle classifiche che hanno dominato e piegato alla loro volontà. Ma la bellezza, quella c’è l’hanno solo loro. Rispetto alla maggior parte della “musica leggera”, priva di sottotesto, l’opera dei Sade invecchiando acquista sapore. A differenza di altre pop-star, come Madonna o Lady Gaga, il mito di Sade Adu e della band che l’accompagna, ha potuto sopravvivere decenni senza bisogno d’inventare sempre cose nuove, bensì rimanendo sempre fedele a sé stessa.

10 – Feel no Pain
1992, da “Love Deluxe”

Papà è stato licenziato / mamma è stata licenziata / Billy non trova un lavoro / troppo a lungo, troppo a lungo / non lasciamoli perdere / dobbiamo dar loro una chance“. Ogni tanto Sade Adu si è misurata con testi sociali. Mai politici, per fortuna. Dimostrando quell’empatia che traspare dal suo sorriso e dai suoi modi gentili. Anche questa è bellezza. Il secondo brano di “Love Deluxe”, il quarto album della loro discografia, è una sorta di blues lento e ipnotico. Acceleratelo, come è stato fatto in qualche remix, ed eccovi servito un brano da ballare a svenimento.

9 – Somebody Already Broke my Heart
2000, da “Lovers Rock”

Sono stata ferita così tante volte prima / Quindi, sii attento e gentile“. La vulnerabilità, anch’essa è parte della bellezza. Se si ha il coraggio di dichiararla e cantarla. La canzone uscì nel bellissimo “Lovers Rock”, ma fu pubblicata come singolo solo nella versione live presa da “Lovers Live” del 2002. Dal vivo, il brano è ancora più lento. Guardatevi il relativo video, con Sade Adu fasciata in un abito giallo in stile orientale che, con la grazia che le è innata, recita delicatamente la traccia. Che poi confluisce in “It’s Never as Good as the First Time”, vecchio brano del 1985, tanto per riaffermare il principio: l’amore è un affare delicato. E come dice lei, “puoi cantare solo le cose che hai vissuto, altrimenti stai fingendo“.

8 – King Of Sorrow
2000, da “Lovers Rock”

Una delle canzoni più tristi del repertorio della band, come suggerisce il titolo stesso. Di base sempre un blues, con qualche accordo però che ha un feeling latino. Feeling che viene ripreso dal bel video. Ambientato a Porto Rico, Sade Adu interpreta il ruolo di una madre single che fatica a gestire contemporaneamente i figli e la propria carriera musicale. Con i giusti trucco e acconciatura, la cantante convince come bellezza latina, a riprova del fatto che possiede un look e una grazia particolari e universali.

7 – Hang on to Your Love
1984, da “Diamond Life”

Un giro di basso iconico e funky, ad opera del bassista Paul Denman, di quelli che tanto hanno contribuito al successo della band. “Hang On to Your Love” è anche una dance song che all’epoca portava la gente in pista. Quarto singolo del primo album che esplose nelle classifiche di mezzo mondo. La canzone riuscì perfettamente nell’intento di consolidare la fama e il successo della nuova band che si sarebbe perfettamente inserita nella nuova ondata di r&b brittannico di quegli anni ’80, preconizzando tra gli altri i Simply Red che sarebbero esplosi l’anno dopo. Sullo stesso disco e nello stesso stile gli fa eco “When am I Going to Make a Living”, per poco esclusa da questa Top 10.

6 – Paradise
1988, da “Stronger Than Pride”

Il singolo di punta del terzo disco degli Sade è un r&b up-tempo segnato da percussioni latineggianti. L’umore è dei migliori e aderisce perfettamente al titolo e ai testi che parlano di un amore perfetto: “è una bella sensazione / sentire che sei mio / e io sono tua, che bello / come il paradiso“. Il video non è da meno. Sade Adu si aggira al ritmo della musica in un villaggio messicano, graziandolo della sua bellezza e della sua gioia. Tutto il terzo album è toccato da questo umore e comincia a riflettere una maggiore apertura musicale. Sade Adu appare per la prima volta in copertina in piena luce, rivelando le sue lentiggini sullo sfondo di una spiaggia esotica. Un segnale anche di superamento della timidezza iniziale e di maggiore sicurezza di sé e della sua immagine. “Nothing Can Come Between Us” e “Keep Looking” sono altri due pezzoni dallo stesso album, intrisi della stessa spinta positiva.

5 – Cherish the Day
1992, da “Love Deluxe”

Una traccia che identifica perfettamente il bellissimo LP da cui è tratta. Con “Love Deluxe”, la band inizia ad allontanarsi dallo smooth jazz degli inizi, per adottare suoni più moderni, con arrangiamenti più minimali. Sade entra negli anni ’90, che vedranno esplodere il trip-hop e il drum and bass. Quella dei Sade è una versione edulcorata e ripulita di queste tendenze in crescita. In una naturale evoluzione dai giri di basso funky dei primi dischi, a quello, bello pesante di “Cherish the Day”. Ciò malgrado e malgrado la sua lentezza, la canzone è un altro inno alla gioia e all’amore.

4 – The Sweetest Taboo
1986, da “Promise”

Negli anni ’70 un dj americano, Melvin Lindsey, fece fortuna battezzando un nuovo genere radiofonico, il “Quiet Storm”. Ci mise dentro una quantità di artisti soul e r&b, quali Marvin Gaye e Smokey Robinson. “The Sweetest Taboo” arriva nel decennio successivo eppure rappresenta la canzone perfetta per questo genere. La “tempesta tranquilla” appare anche nei testi della canzone (chissà se è un caso, oppure un omaggio), e “non è mai stata così calda prima“, nel mentre celebra un amore che fa sì che sia “natale ogni giorno e ogni notte capodanno”. Guardate Sade Adu che ci balla sopra, nell’ultimo tour della band (2011), a 52 anni e restate pure incantati. Il singolo di punta del secondo album, per il resto non all’altezza del primo.

3 – Smooth Operator
1984, da “Diamond Life”

La canzone che assicurò un contratto discografico lucroso alla band e sulla quale si capitalizzò tutta la prosperità e il successo dei successivi quattro decenni fino ad oggi. Sade Adu scrive e canta di un uomo misterioso che ha “gli occhi di un angelo e il cuore freddo”. Una figura misteriosa e carismatica, un pò come la stessa cantante. Smooth jazz con un ritmo da bossanova: un’altra perfetta “tempesta tranquilla”. Una canzone che sopravvive da 40 anni a tutte le ere e che oggi continua a risuonare nei reel e nelle storie social.

2 – No Ordinary Love
1992, da “Love Deluxe”

Comincia alla grande il quarto album dei Sade. Arriva dopo la prima pausa di riflessione, quattro anni dal precedente e arriva con il botto. “No Ordinary Love” ottiene un successo commerciale rotondo dando il via libera al nuovo corso della band: arrangiamenti leggeri, molta atmosfera, bassi pesanti. Sade Adu canta di un amore fuori dall’ordinario e la canzone è stata eletta a inno degli innamorati. Ma in realtà, a ben scavare, si tratta di una ossessione amorosa unilaterale. L’amore “fuori dall’ordinario” c’è da un solo lato: quello di una donna, solo parzialmente corrisposta e ossessionata con l’oggetto delle sue attenzioni. E su questa sottile sfumatura, si giocano oltre 7 minuti (la traccia più lunga della loro discografia) di meraviglia musicale che si vorrebbe non finisse mai.

1 By Your Side
2000, da “Lovers Rock”

Poco più di una canzoncina pop, quasi folk, con un leggero feeling soul. La canzone perfetta, tuttavia. Una melodia leggera che cattura immediatamente l’attenzione, cantata sommessamente alla maniera di Sade Adu e che prosegue il nuovo corso della band, contraddistinto da arrangiamenti asciutti. Una canzone che parla di amore incondizionato e che ti ricorda che c’è un solo modo di amare il prossimo, oppure il tuo partner. Questo: “Oh, quando avrai freddo, ci sarò io / Ti terrò stretto a me (a me, sì) / Oh, quando ti sentirai giù / Sarò lì al tuo fianco, piccolo (al tuo fianco, piccolo).” Chi non vorrebbe essere amato in questo modo da una donna come lei, chi non vorrebbe che gli si dedichi una canzone così? Ora potete ascoltarla, chiudere gli occhi e sognarlo.