Dopo aver stuzzicato i fan con “Garmonbozia” e “Ingo Swann”, Flying Lotus pubblica a sorpresa un EP, “Spirit Box” (via Warp). Il nuovo progetto segna la prima uscita non sonora di FlyLo dopo “Flamagra” del 2019.
I fan di Flying Lotus sanno bene che Steven Ellison attinge da un’ampia varietà di influenze nella sua arte. In “Spirit Box”, le influenze rimangono più disparate che mai, dando vita a quello che potrebbe essere, per lui, il suo progetto più idiosincratico finora. In passato, lo spazio esterno, gli anime e Jean-Michel Jarre hanno ispirato un progetto di FlyLo. Questa volta, Ellison si rivolge al soprannaturale, al sottovalutato e al mistico. L’iniziale “Ajhussi” inizia con i sintetizzatori di Vangelis, più simili al suo stile abituale. Appena ci si affonda dentro, si disperdono per far posto a un ritmo house scintillante. Un disco house, di FlyLo? È più probabile di quanto si possa pensare, con la conclusiva “Ingo Swann” che offre una sensazione di danza ugualmente in levare, anche se leggermente malinconica.
Nella parte centrale dell’EP, le voci giocano un ruolo significativo, con FlyLo che si avvale di Sid Sriram e Dawn Richard rispettivamente per “The Lost Girls” e “Let Me Cook”.
Ellison ha usato questo EP per trasformare il suo suono in qualcosa di nuovo.