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Sembrava finita per i The Maccabees invece a dodici anni da quel 2016 che ne aveva decretato lo scioglimento e a undici dal tour di commiato dell’estate  2017 hanno inaspettatamente deciso di riprovarci, affidando all’ormai classico post sui social (la loro pagina Facebook fin lì dormiente) l’annuncio di una reunion prevista per il 2025. Nuovo logo e una data da headliner al festival All Points East il prossimo 24 agosto per la band inglese, a cui dedichiamo una TOP 10.

10 – Kamakura
2015, da “Marks to Prove It”

Maestri di nostalgia i The Maccabees lo sono sempre stati e “Kamakura” dal loro quarto e finora ultimo album “Marks to Prove It” ne è la prova lampante. Le chitarre, l’organo, la voce di Orlando Weeks creano l’atmosfera perfetta per un viaggio nel tempo.

9 – Something Like Happiness
2015, da “Marks to Prove It”

Difficile resistere al ritornello di “Something Like Happiness” uno dei singoli di “Marks to Prove It” che testimonia la bravura  di questi ragazzi londinesi nello scrivere brani che lasciano il segno con le armonie decise, quel sound solido e riconoscibile che hanno continuato a sviluppare per tutta la loro carriera.

8 – First Love
2007, da “Colour It In”

Primo amore, amore a prima vista con il basso di “First Love” per i tanti che hanno ascoltato “Colour It In” dopo l’uscita, scoprendo l’esordio dei The Maccabees anche a distanza di tempo e apprezzandone la spontaneità, il dinamismo, il saper raccontare storie con semplicità e passione.

7 – Young Lions
2009, da “Wall Of Arms”

Sorpresero un po’ tutti i The Maccabees affidando il loro secondo disco a Markus Dravs, produttore di  Björk, Coldplay e di “Neon Bible” degli Arcade Fire. Ci avevano visto giusto quei giovani leoni e “Wall Of Arms” è ancora oggi considerato il loro album più maturo, dark e introspettivo, coinvolgente proprio come “Young Lions “.

6 – Precious Time
2007, da “Colour It In””

I produttori di “Colour It In” erano Stephen Street collaboratore di The Smiths Blur, The Cranberries, Kaiser Chiefs, Babyshambles  e The Courteeners, Ben Hillier (Depeche Mode, Elbow) e Iain Harvie chitarrista dei Del Amitri. Tre pezzi da novanta che hanno saputo tirar fuori il meglio dagli allora giovanissimi The Maccabees soprattutto in canzoni come “Precious Time”.

5 – Feel To Follow
2012, da “Given to the Wild”

Uno dei brani simbolo dei The Maccabees, “Feel To Follow” dal fortunato terzo album “Given to the Wild”. L’indie rock della band londinese diventava ancora più dinamico e coinvolgente grazie alla scelta di Tim Goldsworthy e Bruno Ellingham (LCD Soundsystem, Massive Attack) come produttori.

4 – No Kind Words
2009, da “Wall Of Arms”

Quante anime avesse “Wall Of Arms” lo dimostra “No Kind Words”. Chitarre ipnotiche, il basso e le tastiere che creano la giusta tensione in un brano grintoso e di forte impatto. Rabbia trattenuta,  molta adrenalina e altrettanta amara disillusione. “If you’ve got no kind words to say…you should say nothing more at all“.

3 – X – Ray
2007, da “Colour It In”

Quante band vorrebbero avere ancora oggi un singolo così? Molte verrebbe da pensare. “X – Ray” è stato il biglietto da visita dei The Maccabees e c’era già tutta l’essenza del loro suono: le chitarre trascinanti, l’interazione tra basso e batteria, le melodie non convenzionali che avrebbero fatto dell’esordio  “Colour It In” un album da ascoltare.

2 – Heave
2012, da “Given to the Wild”

Quarto posto in classifica nella natia Inghilterra, nomination al Mercury Prize del 2012 per “Given to the Wild”. I The Maccabees trovano il successo grazie a una manciata di singoli ben scelti (“Pelican”, “Feel to Follow”, “Went Away” e “Ayla”) senza dimenticare “Child”, “Grew Up At Midnight” e l’intensa, maestosa “Heave”. 

1 – Love You Better
2009, da “Wall Of Arms”

Se parliamo di brani simbolo non può mancare “Love You Better”, perfetto connubio di chitarre, batteria, linea di basso semplice ma efficacissima, tastiere, ritmo irresistibile, ritornello ripetuto più e più volte come un mantra in tre minuti e ventidue secondi che hanno portato i The Maccabees a un nuovo livello di consapevolezza artistica e compositiva.