Gli Spectres, band oscura e intrigante originaria di Bristol, non sono certo nuovi a sperimentazioni fuori dai canoni del post-punk più tradizionale. Con il loro nuovo lavoro, “AM DRAM”, hanno avuto il coraggio di spingersi oltre, seguendo percorsi che, se non possono essere definiti propriamente rivoluzionari, risultano comunque stravaganti e sorprendenti. Il quartetto inglese, già noto per il suo approccio abrasivo e anticonvenzionale, riesce in poco più di 28 minuti a esprimere una complessità sonora e una tensione espressiva che tanti loro blasonati colleghi, pur avendo a disposizione più mezzi, faticano a raggiungere.
Il primo elemento che colpisce di “AM DRAM” è proprio la sua durata. Con una mezz’ora scarsa di musica ad altissimo tasso sperimentale, gli Spectres dimostrano come la concisione possa essere una virtù. Certo, la brevità potrebbe anche esser considerata il grande difetto di questo album, lasciando l’ascoltatore desideroso di qualcosina in più; ma è anche vero che, in questa manciata di minuti, il gruppo riesce a costruire un percorso sonoro coerente, denso e ricco di idee che, se allungato, avrebbe perso efficacia.
Il sound marziale e preciso degli Spectres, seppur intriso di quel “rumore” che caratterizza il noise più innovativo, non scivola mai nella violenza. C’è una cura quasi maniacale per ogni minimo dettaglio – un’attenzione scrupolosa, a tratti persino chirurgica, alla qualità del suono e alle sue infinite sfumature. Dalle distorsioni che si sfaldano in feedback angoscianti, alle dissonanze che sfidano le regole convenzionali dell’armonia, fino ad arrivare a momenti di “pulizia” sonora dove emergono melodie alienanti e ritmi obliqui, presi in prestito dal krautrock e dall’art punk. Questa dialettica tra caos e ordine è forse uno degli aspetti più affascinanti di “AM DRAM”, che riesce a navigare tra momenti di pura sperimentazione e frammenti di una psichedelia energica e pulsante.
Gli Spectres si confermano instancabili esploratori del suono, e pur non inventando nulla di radicalmente nuovo (le influenze di Suuns e Autolux sono decisamente lampanti), riescono a farci percepire la loro visione post-punk come estremamente personale. Ne sono testimonianza brani come “The Mandela Effect”, “Rubbernecking” e “An Eye And A Tooth”, dove atmosfere inquietanti si mescolano a scelte sonore e ritmiche assolutamente atipiche. Ma non mancano nemmeno i momenti più accessibili: “Nice Knowing You” e “The Death Of A Family” ci regalano parentesi di psichedelia energica e coinvolgente, mentre “Untitled” sorprende per la purezza cristallina della sua melodia, a dimostrazione della capacità della band di muoversi con agilità tra sperimentazione e tradizione post-punk.
Nonostante la sua estrema brevità, “AM DRAM” riesce a imporsi come un lavoro solido e convincente, frutto della sicurezza di una band che ha piena fiducia nei propri mezzi. Gli Spectres sono consapevoli del loro potenziale, e lo dimostrano riuscendo a condensare un mondo di suoni e suggestioni in una frazione di tempo ridotta. Non è da tutti riuscire a dire così tanto in così poco tempo.