Credit: Fabio Campetti

Passa dal nostro paese, dopo un lunghissimo periodo di latitanza anche il collettivo capitanato da Tim Rutili, idolo assoluto e capoclasse di una certa scuola indie folk molto in auge e chiacchierata nei gloriosi anni zero, forse il periodo più florido per questo genere.

Già dietro lo storico moniker Red Red Meat, ma da diversi album e quasi tre decenni a questa parte sul mercato come Califone, sostanzialmente nato come progetto solista, allargato poi ad un collettivo in pianta stabile.

In Italia per presentare l’ultimissima fatica, per altro datata 2023, “Villagers“, questo il titolo, che conferma, senza sussulti di cambiamento, tutto il percorso, oserei dire classico, del cantautore americano, e anzi, giusto una ventina di giorni fa, la band di Chicago ha rilasciato il singolo “Burn The Sheets, bleach the books“, per altro brano di vecchia composizione e già suonato, reso finalmente pubblico.

Le abituali filastrocche e le storie di un’America colorata e raccontata a dovere fanno il resto, ad interpretare un tessuto sonoro tradizionale, che ci riporta subito al succitato periodo pre social, ma soprattutto pre piattaforme di streaming, mi verrebbe quasi da dire, una musica d’altri tempi.

La stessa, che era una cosa importante e ogni disco un’avventura da assaporare con calma. Ora è tutto molto veloce e gli album passano frettolosi come paesaggi in movimento da un finestrino, confesso che mi ero perso anche l’uscita di “Villagers”, che è un bel disco, come detto sopra, nulla che aggiunga qualcosa di nuovo alla mole di materiale fin qui pubblicata, ma un lavoro egregio dopo tanti anni di militanza.

Rutili e compagni sono nel nostro paese per diversi concerti, alla fine saranno sette in agenda, quello milanese è allo Spazio 89, teatro, che è diventato un punto di riferimento importante per una certa programmazione, forse più sperimentale, basti leggere i nomi passati fino ad ora, dai The Necks agli Horse Lords, i Siron e via dicendo. Non c’ero mai stato, è un bel posto, ottima acustica e quanto mai appropriato per un certo tipo di sonorità.

Apre Nic T., cantautore vicentino molto interessante, che avevo già intercettato all’Handmade festival, ma in solitaria, mentre qui, ripropone gran parte del materiale contenuto in “The Saint” (uscito a Maggio), in versione trio, e sebbene, avesse reso anche da solo, in quel di Guastalla, con due fidati compagni di viaggio, il suo stralunato e sperimentale songwriting prende ancora più consapevolezza.

Belle canzoni, quanto originali e per nulla scontate.

Subito dopo i Califone fanno un concerto, come la musica descritta sopra, d’altri tempi. Due ore comode e repertorio rivisitato a dovere, tra chitarre lancinanti, e tutti quei dogmi di genere snocciolati sul piatto, brani dilatati, suite rumoriste e la voce di Rutili in un racconto folk lineare e poetico. Quello che ti aspetti da dei veri maestri, ma soprattutto dei veri appassionati della musica che conta, ben lontani dalle logiche attuali.

Serata, che fa parte di un’eccellente rassegna, che si chiama “Sempre più vicini”, cinque appuntamenti imperdibili, per una cultura o contro cultura al centro dell’attenzione.