Nel 2022 uno degli album che acquistai, in quanto ammaliato ed affascinato dalla loro proposta, fu “Animal Drowning“ dei Knifeplay, ma non ero a conoscenza del fatto che John Klein avesse intrapreso collateralmente una carriera solista e che questo (magnifico) “Waiting on time to fly” fosse un seguito dell’album “Lifetime” del 2021 (e dovremmo citare anche l’EP del 2014 “The Mouse Rides On”).
In “Animal Drowning” della band madre, in realtà, si scorgeva un animo folk sull’impianto shoegaze e quella prospettiva viene abbracciata in toto dal progetto Euphoria Again. Moltissimi lo inquadreranno in ambito indie-folk, nulla di sbagliato, ma metterei in evidenza la forte impronta “americana” (che negli anni ’90 era definita come “alternative country” o “roots rock”) che ammanta la maggior parte dei brani, che mantengono allo stesso tempo una preziosa aura pop.
La qualità compositiva dei pezzi è ragguardevole, garantendo un ascolto continuo e ridando vigoria al concetto di album. Il pericolo di noiosa omogeneità delle atmosfere è scongiurato dalla bellezza stessa dei brani, con arrangiamenti mai invadenti, ove il piano rimane sempre protagonista ma con il fondamentale accompagnamento di atmosfere “alternative country”. Non sorprende poi la presenza di pedal steel e fiati nel brano “ If an angel were a ghost”.
Molti citeranno Kurt Vile ed altri recenti eroi dell’indie folk ma vi ritroverete a non rimpiangere il Ryan Adams più morbido e il mai dimenticato Elliott Smith e, azzardiamo, pure dei Jayhawks meno country.
A sorpresa, almeno per me e chiedo venia, uno degli album da toplist del 2024, tra cantautorato ed indie.