Gli High Vis di “Guided Tour” varcano i limiti temporali, stritolando e sminuzzando tutto ciò che, oggi, ai critici musicali, piace definire “post”; la band inglese, spaziando, in maniera obliqua e trasversale, attraverso tutti gli anni Novanta, attraverso i dischi hardcore-punk e goth-rock degli anni Ottanta e attraverso i riverberi shoegaze del nuovo millennio, si ritrova, alla fine, con una voce roca, cruda ed urlante che insegue, disperatamente, la linea distorta di un basso che sprofonda nelle viscere dell’attuale bellicoso e caotico inferno quotidiano.
I testi dell’album, infatti, sono diretti, graffianti e pungenti, consapevoli delle tante esistenze, scontate, oziose ed inconsistenti, che rappresentano la nuova, oppressiva e virulenta forma di schiavitù moderna; una schiavitù estetica che ci costringe tutti a correre ed affannarci per raggiungere obiettivi che sono solo inutili chimere di falsità e apparenza. Nella grintosa, distorta e incisiva dimensione fuzz di “Guided Tour” non hanno alcun valore le “storie” che hai pubblicato quando eri in vacanza, non ce ne frega assolutamente nulla dei tuoi impegni e dei tuoi traguardi, dei profili social o degli influencer che continuano a prenderti per il culo. Ormai, miei cari amici, il tempo dei pugni alzati è finito, il mondo è un posto fottutamente spietato ed ingiusto, il nichilismo globalizzato di stampo neo-liberista ha divorato qualsiasi sentimento e tu, povero idiota, quando non ci sarai più, probabilmente, non mancherai a nessuno.
E’ tutto nelle tue mani, dunque, o meglio nella tua mente: riuscirai ad estirpare, ad una ad una, tutte le bugie con le quali è stata gonfiata, sodomizzata e drogata? Gli High Vis costruiscono diversi strati sonori, solamente le parti vocali rimangono le stesse, tra esplosioni di matrice hardcore e loop circolari che, invece, sposano atmosfere decisamente più languide e più melodiche. Ma il passato è passato, dei revival commerciali ne abbiamo la nausea; il malessere è diventato un vortice che ringhia dentro di noi e non ci resta che spingerlo fuori e trasformarlo in queste trame rabbiose, aggressive e paranoiche, che, tra stridenti morsi e passaggi elettronici di matrice industriale, vorrebbero affermare il nostro diritto alla verità, alla libertà, alla sicurezza e alla pace. Ma, lo sappiamo, purtroppo, benissimo: oggi, questi sono solamente privilegi destinati a quei pochi individui che controllano, davvero, il mondo.
E se non lo capiamo, non gueriremo mai.