di Geep Coltrain
(Premessa: mi dispiace spoilerare prima del concerto milanese di dicembre, male che vada potete sempre guardarvi solo i Lowinsky in apertura ed andarvene)
La Riviera è uno spazio per concerti con una “bella” palma finta proprio in mezzo al parterre, un’atmosfera un po’ decadente e un fastidiosissimo servizio di birra in bicchieri di carta, e stasera è pieno zeppo di quarantenni pronti a riaprire vecchie cicatrici di adolescenti alternativi spagnoli.
Alle 21 spaccate Matthew Caws spunta puntuale con la sua luminosissima testa bianca, sale sul palco come un vecchio amico, la sua voce è come una promessa immutata anche quando tutto sembra perduto. Parte a razzo con “Inside Of Love” e “Hi-Speed Soul”, per poi attingere a piene mani dall’ultimo disco “Moon Mirror” (saltando, per qualche motivo, proprio la title-track), dal penultimo “Never Not Together” (che personalmente non ho granché amato) e dal capolavoro “Let Go”, lasciando solo pochissimo spazio agli altri dischi.
Ogni canzone, una pennellata dello stesso quadro che sembra sbiadire ma che dopo trent’anni è più vivo che mai. La loro è una malinconia che ti scuote come se fossi in un sogno che ti costringe a non chiudere gli occhi. Per i presenti il set è una montagna russa di emozioni: la capacità di coniugare la disperazione con una sorta di speranza è uno degli aspetti costanti dei loro testi, che si parli di moscerini o di iperspazio.
Il bassista rastamanno Daniel Lorca introduce ogni pezzo con dei simpaticissimi racconti in spagnolo (simpaticissimi a giudicare dalle reazioni altrui, visto che non capisco nulla) e anche Matthew non è da meno, ma almeno parla lentamente e quasi riesco a capirlo.
Il pubblico madrileno è calorosissimo, ed il concerto vive i suoi punti più alti con “Blonde on Blonde” e “See These Bones”, fino agli ineluttabili bis con “Popular” e “Always Love”, per terminare con “Blizzard of ‘77″ a cappella (dev’essere una prerogativa de La Riviera, visto che anche i Travis ad agosto avevano chiuso à la Neri Per Caso con “Flowers In The Window”).
I Nada Surf sono una garanzia assoluta e vederli suonare nel tour di un grande disco come questo è un grande piacere. Loro sono, senza dubbio, uno dei gruppi più sinceri che si possano vedere oggi; quindi, se non li avete mai visti dal vivo, vi consiglio vivamente di riparare al più presto. Magari già a dicembre (il 7 dicembre, a Milano, al Santeria Toscana 31), ché vi beccate anche i Lowinsky gratis.