Peter Perrett è un sopravvissuto del rock, fondatore dei The Only Ones tra fine anni settanta e inizio anni ottanta poi brevemente  con i The One e infine protagonista di un’inaspettata rinascita e insperata carriera solista grazie ad album come “How The West Was Won” e “Humanworld” che ne hanno decretato lo status di artista di culto apprezzato da molti e insospettabili colleghi.

Credit: Steve Gullick

“The Cleansing” è un estremo atto di purificazione, un disco doppio che vede Perrett collaborare con musicisti del calibro di Johnny Marr, Bobby Gillespie dei Primal Scream, Carlos O’ Connell dei Fontaines D.C. in ben otto tracce e Alice Go delle Dream Wife in “Disinfectant” segno inequivocabile di come e quanto il suo rock onesto, coriaceo e senza fronzoli made in South London abbia affascinato e coinvolto diverse generazioni.

Venti brani in cui è racchiuso tutto il Perrett – pensiero: il senso di mortalità incombente espresso in “I Wanna Go With Dignity” e “Do Not Resuscitate”, le chitarre abrasive e le armonie graffianti, oniriche, narcotiche e fascinose unite a un sarcasmo appuntito e letale (“Secret Taliban Wife” e “Women Gone Bad”) e a un lato melodico raramente messo così in evidenza come in “Fountain Of You”,  “Solitary Confinement”, “All That Time” con archi e piano o “Set The House On Fire” e “There For You”.

Naviga sicuro tra personale e politico Peter Perrett, posando il suo sguardo curioso e spesso ironico sulle cose del mondo tra le dylaniane “Survival Mode” e “Mixed Up Confucius”, i riff della title track, l’atmosfera noir di “Kill A Franco Spy” e “Feast For Sore Eyes”, quella minimale e nichilista di “Art Is A Disease”, la grinta di “World In Chains” e “Back In The Hole”, l’incanto e il disincanto di “Less Than Nothing” e “Crystal Clear”.

 “The Cleansing” è indubbiamente edificante e riflessivo ma anche brutalmente onesto, non rinnega il lascito di una vita al limite di cui Perrett sta pagando l’altissimo prezzo. Bilanci amari e insospettabile leggerezza per un veterano che ha ancora molto da dire, in un disco maratona che mantiene alta la qualità in ogni brano.