Gli Adam and the Ants ebbero una vita brevissima, creati e voluti da Adam Ant e dalla sua incredibile volontà e determinazione nel raggiungere il successo tra vari cambi di formazione e trasformazioni durarono solo due anni e tre album.
Cresciuto nell’ambiente punk londinese Adam Ant era dotato di un carisma naturale e di una notevole presenza scenica, “Dirk Wears White Sox” è il suo album di debutto che ebbe scarso successo e che lo spinse a chiedere aiuto al suo amico Malcolm McLaren che reinventerà la band trasformandola attraverso un cambio di formazione e inventando un nuovo look da pirata indiano, un cambiamento riuscito visto che il successivo “Kings of the Wild Frontier” scalerà le classifiche portandolo al successo tanto desiderato.
Io li conobbi grazie al brano “Antmusic” che aveva scalato le classifiche inglesi ma era praticamente sconosciuto in Italia, nei miei sedici anni da adolescente mi trovai di fronte “Kings of the Wild Frontier” che era un album incredibile, con evidenti influenze punk ma assolutamente originale considerata anche la presenza di una doppia batteria, gli Adam And the Ants mi piacquero così tanto da spingermi a recuperare il loro primo album, proprio questo “Dirk Wears White Sox” che celebriamo oggi.
Sapevo che era un acquisto rischioso per le mie esigue finanze da adolescente ma quando lo misi sul piatto non restai deluso, l’album era pieno di brani interessanti e sorprendentemente mi trovai di fronte non un punk acerbo, come mi aspettavo, ma un punk con buone idee e varie influenze che lo rendevano estremamente piacevole.
L’inizio era folgorante, “Car Trouble (Part 1&2)” colpiva nel segno con la voce inconfondibile di Adam Ant, i coretti, il basso e una linea melodica che esplode nella seconda parte, era punk ma aveva la capacità di mostrarsi con uno smalto nuovo, diverso e luccicante.
In molti brani si trovano le basi di quello che poi sarà trasformato in un sound di successo, con quel briciolo di follia che contraddistinguerà la breve vita degli Ants, quel sound apparentemente “grezzo” che troviamo in molti album d’esordio di gruppi che poi avranno grande successo, come per fare un esempio troviamo nell’album d’esordio dei Cure (uscito nello stesso anno) e in quello dei miei amati Tubeway Army di Gary Numan, prima che si trasformassero in un progetto solista più orientato verso l’elettronica.
“Dirk Wears White Sox” non è ovviamente un capolavoro ma ha un suo valore per essere la fotografia di un’epoca che precede l’esplosione commerciale e mondiale della new wave che regalerà popolarità e soldi a molti protagonisti della scena punk inglese, un periodo nel quale giovani artisti coraggiosamente e in maniera genuina provavano a ritagliarsi un loro spazio.
L’album resta comunque pieno di brani interessanti come l’ipnotica “Tabletalk”, la coinvolgente e perfetta “Chatolic Day” ( irriverente dedica a John Fitzgerald Kennedy e alla sua uccisione), la splendida e assurda “Never Trust a Man (with Egg in His Face)”, insomma un esordio da riascoltare o scoprire per chi non lo avesse mai ascoltato.
Adam Ant raggiungerà il tanto desiderato successo con i due album successivi arrivando ai primi posti in Inghilterra e con un buon riscontro anche negli Stati Uniti ma, al culmine del successo, scioglierà la band iniziando una carriera solista e tenendosi solo Marco Pirroni, chitarrista e coautore di quasi tutti i brani di successo degli Adam And The Ants.
La sua carriera solista però dopo un discreto inizio con “ Friend or Foe”, che con il singolo “Goody Two Shoes” lo fece conoscere anche in Italia, lo porterà abbastanza velocemente a ritornare nell’anonimato a causa di album poco riusciti come l’imbarazzante “Strip” che uscirà nel 1983 e che allontanerà definitivamente parecchi fan che smetteranno di seguirlo.
Pubblicazione: 30 novembre 1979
Tracce: 11
Genere: New Wave, Punk
Etichetta: Do It
Produttore: Adam Ant
Registrazione: 12–24 agosto 1979
Track list
Lato A
1. Cartrouble (parts 1 & 2)
2. Digital Tendernes
3. Nine Plan Failed
4. Day I Met God
5. Tabletalk
Lato B
6. Cleopatra
7. Catholic Day
8. Never Trust a Man (With Egg on his Face)
9. Animals and Men
10. Family of Noise
11. The Idea