Continua il prolifico percorso musicale di An Early Bird che dopo “A Beautiful Waste Of Time” e “Scratches” ha continuato a pubblicare singoli con notevole frequenza oltre a dividere il palco con artisti importanti, suonando in apertura dei concerti italiani di Sean Koch, Ryley Walker, Starsailor solo per citare i più recenti. Puntuale arriva un nuovo gruppo di belle canzoni sempre in equilibrio tra alt folk e indie pop.
“Pitchfolk” è un ironico gioco di parole che unisce il riferimento a Pitchfork, famosissima webzine che per anni ha dettato legge con le sue severissime recensioni, i mille rischi di vivere da artista in un mondo sempre più digitale e dominato dalle playlist e l’amore per il folk che da sempre anima la musica di Stefano De Stefano.
Questi nove brani non fanno eccezione, sinuosamente analogici e attenti ai sentimenti. Chitarra acustica ovvia protagonista con gli arpeggi di “Roll The Dice” dove si sente anche un’armonica molto dylaniana, melodie ben fatte quelle di “Lucid Dream” e “Remain The Same” col suo irresistibile fischiettio e il piano a completare un arrangiamento armonicamente ricco.
“Same Ship” è malinconica e delicata, dolcemente psichedelica, come “You Kill Me Every Time” altra bella ballata che indaga il lato più pericoloso, letale ma anche romantico dell’amore. Riflessiva e sofferta suona invece “Plenty” con ritmo e ritornello ben orchestrati.
Contagiosa la gentilezza di An Early Bird, che qui ripropone versioni della molto amata “Quite A Find” duetto con James Walsh, dell’intensa “Some Good Will Come” e un take alternativo di “Watch My Fall” che conferma la bontà del progetto di De Stefano, sempre in grado di accarezzare i ricordi con la sua musica sensibile e genuina.