Un supergruppo nato sulle ceneri di una notte a Nashville, nel 2019, probabilmente una reunion del music business, un evento in questa città mitica per la musica che forse per questo suo fascino e motivo di ispirazione storico ha fatto scattare chissà quale scintilla ai 4 componenti dei Silverlites, appunto delle stelle che appaiono come presagi, per poi iniziare il viaggio, lungo a quanto pare, (ma come non dimenticarci del Covid), che ha portato fino a questi giorni all’uscita dell’album omonimo.

I 4 cavalieri sono Peter Buck dei R.E.M., Rich Robinson dei Black Crowes, Barrett Martin degli Screaming Trees e dei Mad Season e Joseph Arthur con intenti ben chiari da subito, trovare un comune punto di sintesi nel rock classico stelle e strisce, quel caratteristico suono post jingle jangle diciamo, di intarsi chitarristici morbidi ma maturi, quasi sempre acustici, con abbandoni West Coast, capaci di coprire un orizzonte molto vasto che va dall’onnipresente Neil Young acustico a qualcosa degli Who meno energici, agli Zeppelin fino agli scontati menestrelli di Athens in un incrocio sempre stimolante fra l’animo più indie di Buck e quello blues di Robinson, dove appunto giace il plus del progetto, lo scambio fra le due teste musicali più strutturate.

Ne esce un album godibile, con almeno un paio di buone hit (“Don’t go, don’t stay”, “Looking for a friend”), elegante e mai noioso, con un’interpretazione vocale anche questa old fashioned ma mai stucchevole di Arthur, un’operazione sulla falsariga delle performance di soggetti come Jonathan Wilson, capaci di ricreare delle atmosfere sempre confortevoli, calibrate con brani dalla lunghezza definita e a giusta scadenza prima dell’accusa di stantio: come il chitarrista di Roger Waters , anche questo occasionale quartetto celebra a suo modo cioè senza enfasi e nessuna voglia di revivalismo, più che un genere uno state of mind, cioè la corretta disposizione attitudinale di generi che hanno attraversato la storia del rock americano, lasciando lo spettatore medio soddisfatto, come quando sa di andare sul sicuro con un buon vino conosciuto.