Di questa band-divertissement chiamata Neon Nightmare, sorta di progetto solista di Nate Garrett degli Spirit Adrift, si sa poco o nulla; ma basta dare una rapida occhiata al logo e alle grafiche scelte per la copertina del loro album d’esordio per rendersi conto di avere a che fare con qualcuno cresciuto a pane e Type O Negative. E la musica all’interno di “Faded Dream” non lascia spazio a dubbi: i nostri non si limitano a trarre ispirazione dal gruppo del compianto Peter Steele, bensì provano a copiarlo in ogni minimo dettaglio sonoro.
Di conseguenza, con il massimo rispetto per i simpatici ma misteriosi Neon Nightmare, è davvero impossibile prendere in seria considerazione un disco del genere. Anche perché i Type O Negative, piacciano o non piacciano, sono davvero inimitabili. A partire dalla voce straordinariamente bassa e profonda di Steele – qui a suo modo emulata dal pur bravo cantante Garrett che, se non altro, riesce miracolosamente a non rendersi ridicolo nei suoi tentativi di somigliare all’inarrivabile modello di riferimento.
Sarò conciso e brutale: le sette tracce di “Faded Dream” suonano come una versione discount dello storico quartetto di Brooklyn. I Neon Nightmare dimostrano di avere la passione giusta, e di conoscere molto bene il gothic/doom metal degli anni ’90, ma non fanno nient’altro che riproporcelo in maniera pedissequa, senza neanche tentare qualche timida variazione sul tema. L’album, tra le altre cose, suona come una produzione messa su con pochi mezzi, a metà strada tra puro divertimento e valvola di sfogo; per cui la qualità e l’impatto “sonico” del lavoro sono decisamente inferiori a quelli di veterani del calibro di Tiamat, Paradise Lost, Sentenced, My Dying Bride e chi più ne ha, più ne metta.
Non tutto è da buttare: canzoni come “Lost Silver”, “She’s Drowning”, “Promethean Gift” e soprattutto l’epica e potentissima “LATW2TG”, contraddistinta da un bel riffone sabbathiano in apertura, sfiorano le corde dell’anima di chi prova immensa nostalgia per i bei vecchi tempi dei Type O Negative. Gli originali però restano inavvicinabili; per cui, se proprio siete in crisi di astinenza dal caratteristico gothic metal “steeliano”, è meglio recuperare i lavori dei gruppi formati da ex membri (Seventh Void, A Pale Horse Named Death, Silvertomb) o andare a togliere la polvere dai vecchi CD di “Slow, Deep And Hard” e “Bloody Kisses”.