Credit: Martin Schumann / Wikipedia, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

A Dream Is All We Know” è il bellissimo quinto LP dei Lemon Twigs, uscito lo scorso maggio per Captured Tracks, a distanza di appena un anno dal precedente, “Everything Harmony”: il nuovo disco è stato scritto, suonato e prodotto interamente dai fratelli Michael e Brian D’Addario, salvo per un pezzo, “In The Eyes Of The Girl”, co-prodotto nientemeno che da Sean Lennon, che ha anche suonato basso e chitarra.

I due fratelli di Long Island, ma di chiarissime origini italiane hanno deciso di fare un bellissimo viaggio nel mondo pop dei favolosi anni ’60, costruendo un disco ricco e molto piacevole: non potevamo quindi esimerci di fare un giro fino a Bologna per vedere il loro unico concerto italiano di questo tour europeo.

Stasera ci troviamo all’Estragon Club all’interno del Parco Nord per un nuovo episodio dell’interessante rassegna Astrale: il pubblico di oggi ha fondamentalmente un’età media intorno ai 40 anni, ma sembra comunque parecchio partecipe e interessato all’evento.

Pochi attimi dopo le dieci e un quarto ecco salire sul palco dell’Estragon Michael e Brian D’Addario accompagnati da due multistrumentalisti, Danny Ayala (basso, tastiere) e Reza Matin (batteria, chitarra).

Il set, basato per la maggior parte sugli ultimi due dischi, si apre con “My Golden Years”, primo dei tanti brani estratti da “A Dream Is All We Know”: e come dicevamo poco sopra, è bellissimo intraprendere insieme agli statunitensi questo viaggio, tuffandosi fin da subito con grande classe in un mondo pop dorato e gradevole, ricco di belle armonie, ma anche di schitarrate.

Michael e Brian, che si scambiano spesso i vocals e, in alcuni casi li condividono, sembrano divertirsi e stare bene sul palco e questa sensazione ovviamente viene trasmessa al pubblico emiliano, che non può che beneficiarne: un bravo come “Church Bells” vivace e allegra, pur non scampanellando come suggerirebbe il titolo, è una piccola e nostalgica delizia pop con quelle sue deliziose melodie piene di zucchero.

La deliziosa “I Wanna Prove To You”, unico estratto da “Do Hollywood” (2016) stasera, è un piccolo gioiello perfettamente incastonato tra le tante gemme presenti nella loro setlist stasera: con la sua ricchezza di arrangiamenti, quei profumi beatlesiani e le sue bellissime armonie, regala momenti di pura magia poppy.

Che bella la nostalgia tutta anni ’60 di “Peppermint Roses”, che tanto deve proprio ai Beatles: la sua luminosità pop riletta in chiave moderna e graziata ancora una volta da ottime armonie è pura delizia anche nella dimensione live e non solamente su disco.

“Ghost Run Free” è un’altra piccola perla: qui i ritmi sono decisamente più veloci rispetto alle canzoni che abbiamo ascoltato finora, ma sono le sue chitarre cristalline e le sue ottime melodie a incantare il pubblico presente stasera al Parco Nord.

Non manca nemmeno la cover di “You’re So Good To Me” dei Beach Boys, che ci riporta per qualche minuto in quella soleggiata California con tanta nostalgia e le belle sensazioni melodiche disegnate con tastiera e chitarre.

Il mainset si chiude con “How Can I Love Her More”: mentre i fratelli D’Addario invitano i fan emiliani a cantare insieme a loro, ci facciamo un altro graditissimo tuffo dai sapori dolci-amari nel passato con la ricchezza di questa ennesima bella canzone.

Poco dopo è il solo Brian a tornare per i primi due brani, in versione solista, di un pur sostanzioso encore.

Proprio come il loro disco più recente anche il concerto si chiude, dopo quasi ottanta minuti, con “Rock On (Over And Over)”, che lascia al gruppo statunitense la possibilità per scatenarsi con schitarrate e adrenalinici toni rock.

Usciamo davvero contenti dall’Estragon consapevoli di aver visto una band di assoluto valore, matura e consapevole come i Lemon Twigs, che sa unire con maestria le lezioni e i nostalgici sapori del passato con qualcosa di più moderno e attuale: il risultato rimane incantevole.