Piccoli Marc Bolan crescono. E ci avevano avvertito.
Tornano i Management con il loro terzo lavoro (dopo “Climbing to New Lows” nel 2005 e “Oracular Spectacular” nel 2007), senza altre velleità che non siano onestà musicale a tutti i costi. Il duo di Brooklyn si osserva e assimila il proprio successo voltando deliberatamente le spalle all’electro-pop orecchiabile di “Oracular Spectacular”. Goldwasser e Van Wyngarden ci ricordano che erano seri quando cantavano we are fated to pretend-destinati a fingere di essere rock stars- si servono dell’autoironia per esorcizzare l’eco mondiale del precedente album, per dimostrarsi due ragazzi normali più che “‘music heroes’, intenzionati a condurci in un viaggio sonoro che pesca in un repertorio sconfinato, infarcito di citazioni che non risparmiano neppure Brian Eno (“Brian Eno”) e Lady Gaga (“Lady Dada’s Nightmare”). I MGMT hanno osato, si perchè “Congratulations” non è un album immediato e potrebbe persino risultare indigesto a quanti attendevano un bis di “Kids” e “Time to Pretend”. Ma se “Oracular Spectacular” era un disco costruito per riempire i vuoti tra una hit e l’altra, “Congratulations” è un insieme coeso e decisamente più omogeneo che proprio a dimostrazione della maggiore consistenza dell’album -per esplicita volontà dei due musicisti- non avrà singoli.
Filo conduttore sono i testi autoironici e divertiti, il gioco di riferimenti che spazia da Bowie (“Flash Delirium”) ai T-Rex e ai Cockney Rebels (“It’s Working”), persino ai Kinks (“Song for Dan Treacy”) alla psichedelia floydiana e ad echi tardo beatlesiani (“Congratulations”). E’ un trionfo di rimandi al miglior brit pop d’annata seppure l’anglofilia dei due newyorkesi che strizza l’occhio al glam rock e all’epica rockabilly, sia intervallata a momenti di pura euforia che sconfinano nel sogno californiano di Brian Wilson e dei suoi “‘ragazzi da spiaggia’. E mentre “Someone’s Missing” ripete and it feels like someone’s missing sembra che manchi qualcuno, a quest’album sembra non manchi nulla, tanto che possiamo anche perdonare ai MGMT i ben 12 minuti di “‘citazione vintage’ di Siberian Breaks.
Con uno stuolo di fan che non risparmia neppure Sir Paul McCartney e un’etichetta come la Sony alle spalle, la nuova scommessa del duo non è certo puro azzardo (I’d rather dissolve than have you ignore me/preferirei svanire che essere ignorato) ed è facile credere che i Management riusciranno a sbeffeggiare il successo delle loro hit da dancefloor ottenendo addirittura nuovi consensi. Alle due giovani icone dell’indie (o meglio “ex” indie) pop elettronico va sicuramente il merito di riuscire a non prendersi troppo sul serio e di infischiarsene delle aspettative da classifica. Chi si era stufato di consumare solo brani selezionati di “Oracular Spectacular” ne sarà felice, mentre agli insoddisfatti del primo minuto consiglio di non archiviare l’album dopo un ascolto distratto (all it’s lost if it is never heard/ tutto è perduto se non è ascoltato). Più Goldwasser e Van Wyngarden, meno paillettes e meno trucco. Chi ha orecchi per intendere intenda. “Congratulations” ManaGeMenT.