Chi ha fatto chi? E che cosa? Ma, soprattutto…quando? Insomma, stiamo parlando dell’uovo o della gallina? Di chi cazzo è questa gallina? Mia no! Conclusione: questo disco è schizzato. A dire la verità , ascoltandolo in cuffia, mi ha dato un leggero senso di onnipotenza mentre camminavo sotto la pioggia e ho rischiato di commettere azioni di cui mi sarei poi pentito. All’improvviso è subentrata una sterilità mentale senza precedenti e me ne sono andato in loop a ritmo di funk. Incredibile cazzo: se solo poco tempo fa mi nominavano la parola “funk” mi veniva da grattare la testa, la pelle mi diventava secca e già sentivo che mi stavano nascendo delle bolle sulle chiappe.
Adesso invece sono qui con tutta questa atmosfera floreale da trip e con atmosfere anni settanta e un basso che entra direttamente nel pavimento a dire di come sia affascinante il suono dei Who Made Who. Una band Danese composta da tre personaggi assurdi. Calma. Chi sono gli Who Made Who? Anzi come si fa a creare gli Who Made Who? Semplice: il batterista è un dj (Tomboy), il chitarrista è in realtà un cultore del jazz, mentre il bassista è un membro di una band garage rock chiamata Garbo. Ah…e non scordiamoci Josh Homme che canta in “Space For Rent”. Insomma un minestrone da cui esce adrenalina disco punk. Line di basso e i Chemical Brothers che ti vengono in mente ma solo per pochi secondi. Già , perchè magari poi pensi ai Rapture, anzi ai Liars, anzi ai Too Many Djs eccetera e vai avanti fino a che non capisci che è inutile.
Tutto ti intrippa e ti fa nascere un po’ di fiori in testa. Indie rock contaminato nel modo più originale. Tutto in acido: bellissime parti di voce, e rumori e strumenti tribali e un sacco di loop che girano e girano e insomma si torna al punto di partenza ma con in più la certezza di aver in mente buona musica. E qualche fiore.