Una sfida, un attentato alle paure che, a volte, ci limitano, ci bloccano e che inesorabilmente decidiamo di affrontare per non rimanere schiacciati.
“GRRR POWER” potrebbe essere sintetizzato così, nei contenuti lirici, mentre dal punto di vista sonoro Aurora Ricci e Barbara Suzzi sanno come dare spinta alle loro parole grazie a un indie-rock carico e graffiante, che guarda tanto al punk quanto sprazzi più zuccherosi, ma nessun problema anche ad abbassare i toni e a scivolare in ballate decisamente intense o a mid-tempo dal taglio più oscuro.
Il ritorno di IO e la TIGRE è come la spinta per farti cadere e la mano tesa che invita a rialzarci.
Dieci brani anticipati dall’uscita del singolo “Se entrambi i nostri aerei cadessero”.
Quest’ultimo calza a pennello con l’anima del disco. Lanciarsi nel vuoto, affidarsi a qualcuno,
vedere la terra avvicinarsi e con essa le paure che abbiamo lasciato giù, distanti da noi,
ritrovarcele in faccia.
Allora urli, come ad esorcizzare quei demoni troppi pesanti per restare sospesi in aria.
Un piccolo viaggio, un eccitante tentativo di omicidio urbano delle paure.
Un enorme punto di domanda dinanzi ad un epilogo di certo tragicomico.
“Avrei voluto averti accanto in quei momenti,
quando la vita mi buttava giù i denti.
Se entrambi i nostri aerei cadessero
come in un tragicomico epilogo,
chissà come la prenderei io,
chissà come la prenderesti tu”…”
Tutti abbiamo qualcuno alle spalle, sulle spalle, che ancora non va via.
Resta lì, fermo, capace di alterare il nostro umore e deformare le nostre azioni,
plasmando sentimenti che spesso restano solo delle brutte copie, causa la paura di farci male.
Piccoli spettri che aleggiano dietro di noi, in una foresta colma di mostri.
Decidiamo di chiudere il cerchio allora, per vivere meglio, per far vivere meglio.
Fendente e colpo dritto al cuore.
Siamo in due adesso ad esser squarciati, tu sei riversa a terra, non farai altre vittime,
non ci saranno altre “Storie maledette”.
“Scusa se non ho trovato un rimedio, una cura al demonio.
Sola attraverserò la casa di specchi, foreste di mostri.
Scusa se non riesco neanche a guardarti morire, ho il sangue sugli occhi,
per molto rimarrò col petto bucato, il coltello è caduto”…”
Sfiducia e ossa rotte. Il bilancio dopo questo crimine sentimentale non è di certo positivo.
Una guerra senza vincitori nè vinti, solo macerie e ferite sanguinanti.
Difficile trovare qualcuno che possa fungere da Cicatrene per i tagli che ci hanno inferto.
Possibili che accada e quando ciò si trova di fronte ai nostri occhi
perdiamo la capacità di captare quel di buono esso abbia.
La paranoia ci assale, il passato è ingombrante.
“Ho le ossa rotte sì ma i nervi miei possono uccidere.
Ho ingoiato merda a chili, so riconoscere i lividi.
Tu sei l’eccezione che confermerà la mia malinconia
Tu sei la mia isola, saremo migliori del nostro passato.
Toglimi tutti i pensieri di dosso e poi tienimi stretto fino al risveglio.
Della mia paura che anche tu possa andartene, so che sembro paranoico ma tu fallo e basta.”
“GRRR POWER” non è solo questo. IO e la TIGRE dicono molto di più di quello io ho captato.
Voglio però lasciarvi liberi di farlo da soli, come ho fatto io, in un pomeriggio di novembre dove si è troppo soli per limitarsi a delle spunte blu.