I Moderate Rebels sono un gruppo aperto di artisti londinesi (nove, dieci, dipende dalle circostanze) che hanno da poco pubblicato il loro secondo album, “Shared Values”. Hanno una filosofia che oserei definire vicina al buddhismo: il loro modo di fare musica si ispira alla “non resistenza”, lasciare che musica e parole escano da sole da chi sa quale dimensione, senza frasi ad effetto o dichiarazioni memorabili da appuntarsi sul nostro taccuino. Pezzi semplici e ripetitivi con forma canzone latitante, spesso mantra che accompagnano una base semplice di tre accordi con voci spesso intonate erroneamente.
La loro viene definita “anti-musica” e loro chiaramente si definiscono “anti-artisti” ma quello che ascoltiamo non va contro le leggi della natura, anzi. “Stranded in Brazil” è una piacevolissima Bossa nova con chitarre molto delicate e malinconiche mentre “Faith & Science” è un country psichedelico sulla lotta tra i nostri dubbi, le nostre certezze ed i misteri della vita. “Faà§ade” ipnotizzante nella sua semplicità è, se l’ascoltiamo con attenzione, un pezzo che ha una forza insospettata.
Ogni brano è semplice ma allo stesso tempo complicato, ogni frase va interpretata, nulla è fisso in questo album registrato in un piccolo studio in South Bermobsey a Londra. I Moderate Rebels non vogliono spaccare il mondo in due, a loro non interessano gli articoli in cui si celebrano i loro successi.
Fanno musica, anzi anti- musica, ma spiegatemelo voi cosa vuol dire!