La poesia è l’unica arte in cui la mediocrità è imperdonabile.
Ezra Pound
Ogni opera letteraria, musicale, pittorica, o comunque sia, artistica tout court deve rispondere solamente ad un’unica bruciante necessità : colmare un vuoto. Non c’è contro-spiegazione che tenga, è la vita stessa una rincorsa continua a tappar falle aperte da buchi neri quotidiani. è la Natura che lo pretende. Lo spettatore, il fruitore finale dell’arte, è una belva assetata, bavosa, che sulla lunga distanza non perdona la ripetizione, la bella copia delle cose già accadute. Il primo che arriva a riempire una mancanza si pianta monolitico, indica la via alla stessa maniera del pioniere, fa lo sforzo più grande alla stessa maniera dell’eroe.
Ora gli Amor Fou, quartetto milanese al loro secondo lp e stavolta addirittura per una major come la Emi, un vuoto lo colmano. La musica italiana soffriva da troppo tempo di “‘sindromi da cameretta’, buoni album pop che però difettavano di epicità e sincera melodrammaticità , quest’ultima intesa nella forma più aulica del termine. Con “I Moralisti” la band capitanata da Alessandro Raina architetta un imponente mausoleo delle occasioni perdute, navigando tra storia e finzione, tracciando un affresco che coniuga punti di vista ed approcci esistenziali in modo da lasciare che siano i personaggi a parlare attraverso il filtro potente della poesia. Si va da confessioni di criminali assassini alle macerie esistenziali di ex giovani finti-rivoluzionari, da cinquantenni falliti ad adolescenti vuoti e disperati, fino ad arrivare al racconto di candori spalancati nel cuore di un pazzo per troppo tempo seviziato dalla normalità del mondo circostante.
Senza altri giri di parole c’è da dire che questo disco è un capolavoro. Perchè riesce a staccarsi dal solito arrangiamento rincoglionito rubato agli anni ’60, perchè parla col linguaggio diluito e diafano del post-rock, riuscendo altresì ad essere decisivo nella descrizione delle cose, perchè la voce di Raina commuove ed avvolge sicura come una nebbia improvvisa, quasi quanto l’eleganza della chitarra di Giuliano Dottori, capace di stordirti pennellando acquarelli. Questo disco è un capolavoro perchè scuote le anime pur non cadendo nell’ infantile gioco della militanza, racconta storie, è vecchio nel passo, ma futuristico nella capacità di calibrare il suono su corde contemporanee. Narra di personaggi ben precisi, ma è come se parlasse di ognuno di noi. A volte ricorda il coraggio del primo De Gregori, che però disquisisce di musica coi Giardini Di Mirò, altre volte non sembra che un fiore che si schiude nel crepuscolo ghiacciato di una serata invernale. C’è tutto perchè “I Moralisti” possa candidarsi ad essere una delle migliori cose uscite in questi ultimi anni in Italia e non solo.
Ed in questo quadro di desolata rassegnazione, un bagliore finale gli Amor Fou lo vogliono lasciare, alla loro maniera, citando film e poesia, Pasolini e Sandro Penna, lucidi azzurri e nere incrostazioni, voci candide e delicatezza, amore e dolore. Chapeau.
2. De Pedis
3. Anita
4. Le Promesse
5. Peccatori In Blue Jeans
6. Il Mondo Non Esiste
7. Filemone E Bauci
8. Cocaina Di Domenica
9. Un Ragazzo Come Tanti
10. a.t.t.e.n.u.r.B.
11. Il Sesso Degli Angeli
12. Dolmen
13. I Moralisti