Poco più di una mezz’ora è ciò che ci regala il Beck con il suo nuovo album, “Modern Guilt”.
E’ un Beck melodico, sincopato, dolce, funk, psych-rock, dalle sperimentazioni elettroniche che si avvale della produzione di Danger Mouse (Gnarls Barkley) e della voce di Cat Power in “Orphans” e “Walls”.
Beck Hansen ormai è un maturo trentottenne che non soffre più per l’amata (ai tempi di “Sea Change”) e nemmeno si scatena in pista al ritmo di “Sex Laws”. No.
Il Beck di “Modern Guilt” ha preso coscienza del suo passato ed è come se ci proponesse un best of della sua musica: attenzione, non dei suoi singoli, ma della musica. Per queste ragioni, il nuovo album appare decisamente vario e orecchiabile, piacevole, adattabile a diversi tipi d’umore, senza spingersi troppo oltre.
“Gamma Ray”, forse il pezzo più ballabile e funk, vuole avere la forza di quella che era “Devil’s haircut”, ma non riesce ad essere un singolo da pista, così come “Chemtrails”, primo vero e proprio singolo estratto da questo nuovo lavoro, ricorda le ballate del Beck triste di “Sea Change”, tra un accordo di chitarra, un pianoforte e una voce malinconica.
Il tutto però condito in modo impeccabile, perchè, diciamocelo, Beck non è un novellino e le cose le sa portare a termine.
Musicalmente parlando, i brani più interessanti sono “Modern Guilt” e “Youthless”, dove emerge la sperimentazione tra i ritmi e le chitarre nella prima e tra funk e blues dai toni cupi nella seconda, anche se la successiva “Walls” è quella destinata a restare nella memoria comune, per i suoi caratteri più pop. Degna di nota anche “Soul of a Man”, ritmata a suon della voce inconfondibile dell’autore.
Difficilmente capiterà che questo disco non piaccia. L’unica controindicazione è che potrebbe trattarsi di materiale già sentito (all’interno della stessa discografia hansiana), ma di ottima qualità .