E’ che il retrò, inutile nascondersi, ci piace tantissimo.
Specie se ha quel sapore beat da British Invasion e dalle tinte ’60, quel gusto melodico semplice ma mai stancante, quei sentori mai invadenti al limite tra sogno e lievissima psichedelia, chitarre elettriche strimpellate come piccoli blues man a creare ritmiche ammiccanti, quei battiti inconfondibili sul rullante e quei coretti in falsetto ad avvolgere le vibrazioni sonore di zucchero filato.
Ecco quindi che i FUR, che anche nell’abbigliamento si sono immersi completamente nella scena, uscita dopo uscita si sono presi sempre più attenzione, ed il tempo per il primo EP omonimo era quindi propizio.
Murray, Harry, Tav e Flynn imbracciano strumenti e microfono e ci portano quindi sulla loro macchina del tempo, ad anni spensierati e dove l’immaginazione, il fantasticare, le pulsioni più piacevoli la facevano ancora da padrone, ed è come trovarsi immersi nell’ondata del Merseybeat di più di metà secolo a a braccetto con i vari Beatles, Manfred Mann, Small Faces e The Dave Clark Five e il loro tepore autunnale, o vicino alle spiagge californiane dei Monkees e Beach Boys più sunshine.
Nostalgici di tutto il mondo, unitevi: i FUR da Brighton, e direttamente dal passato, possono davvero essere la vostra futura band preferita.