Stairway to pleasure.
Quando ci si può permettere di gironzolare indossando solo infradito, pantaloncini e t-shirt la qualità  della vita è già  molto alta.
Per chi non si accontenta è possibile aggiungere mare, sabbia e una festicciola vista-riva. Vogliamoci bene e azzeriamo anche la percentuale di umidità .

Ancora più pretenziosi? Allora ricarico sostituendo la festicciola con un mini festival della durata di 12 ore (18.30-06.30) e per di più gratuito. E’ organizzato da MTV, Di Risio e Neffa son dietro l’angolo, ma di più non si può avere.
E invece non è così, perchè i potenti mezzi di TeleMusica mettono su un palinsesto da far strabuzzare gli occhi: Soulwax, Zero7, Skin e conclusivo dj set dei fratelli Dewaele dei Soulwax nelle vesti di 2ManyDJs.
Tutto questo, ribadisco, allestito gratuitamente e a 50 metri dal fruscio marittimo. L’abbinamento di location e di evento di questo tipo è fantasmagorico anche per me che sono nato e vivo al mare, figurarsi per gli altri. Oppure semplicemente mi accontento di poco, ma quel poco deve essere fatto veramente bene.

I Soulwax partono col botto: il quintetto biancovestito si impossessa del palco e un istante dopo ogni spazio sonoro è riempito e sazio. Questi belgi martellano maledettamente bene e per il proprio repertorio attingono a tutti i generi musicali degli ultimi vent’anni rivisitandoli in chiave assolutamente personale. Contaminazioni ovunque, con unica costante una cassa pulsante ai mille all’ora che fa ballare tutti: dai campeggiatori casualmente di passaggio agli anziani usciti a fare un giretto digestivo fino ai fan più sfegatati. Dopo l’inizio col botto. La carica della band continua ad aumentare e il delirio inizia a farla da padrone. Formidabili. Grintosi. Schizofrenici. Euforici.

Forse conscia del livello di adrenalina che i Soulwax avrebbero portato, l’organizzazione decide di raffreddare un attimo gli animi offrendo poi spazio ai malinconici Zero7, portatori di pacatezza e sobrietà . Come si evince dalla loro produzione non avrebbero potuto fare di più, un’ottima oretta di synth pop che ha contribuito secondo me soprattutto a farli conoscere alla maggior parte del pubblico. Che comunque li ha accolti non con molto entusiasmo ma che sicuramente li ha seguiti con attenzione facendosi anche trascinare verso la fine della performance. Distanti comunque.

Arriva il momento di colei che dovrebbe essere l’headliner della serata, Skin. Premetto che non mi faceva impazzire nel contesto Skunk Anansie e ora come ora praticamente mi lascia impassibile musicalmente ma ragazzi, che voce! Riuscire a convincermi dopo la premessa scritta non è per niente facile, ma la grinta e la determinazione della ragazzetta in completo di paillettes da gran-serata-trash sono da competizione. In più ogni tanto mette giù il carico da novanta ricorrendo a qualche singolone trascinante degli Skink Anansie dei tempi d’oro ben più famoso del suo repertorio da single e così il gioco è fatto. Non volerò sicuramente ad accaparrarmi i suoi dischetti, ma se dovesse ricapitare l’occasione per vederla live non me la lascerò perdere. Esplosiva.

Il tempo per un supersonico cambio di palco e in men che non si dica ecco due bei piattoni Technics circondati da altri marchingegni e Stephen e David Dewaele che si mettono in consolle al lavoro come 2ManyDJs. Con l’esperienza di anni e anni di tecnica alle spalle, show radiofonici nella radio nazionale belga e padri putativi nella oggi diffusa e banalizzata tecnica del mashup, i mischiadischi iniziano la loro “messa”: senza paura di scontentare i puristi dei vari generi e pieni di personalità  passano tra gli acetati dai Prodigy di “Out Of Space” a Tiga, attraverso “Jump Around” degli House Of Pain e gli Arcade Fire. E poi Prince, Madonna, Beastie Boys, The Doors. Dopo quel che ho visto, per gusto ed abilità  tecnica, nessuno può più vantarsi di essere un diggei, mea culpa, ma al massimo selezionatore di musica in qualche localino: i DJ sono solo questi e Mix Master Mike dei Beastie Boys. Il resto è aria. Stop. Acidi al punto giusto, è evidente quanto si divertano, seppur sempre concentratissimi e chini sul mixer, e al pubblico questo è piaciuto da impazzire.

La prima volta nel corso della serata che ho guardato l’orologio, la freccia piccina era sul cinque. La serat è ben riuscita, un paluso alla mente occulta dell’evento. Saluto idealmente la consolle e mi incammino verso casa, ma il frastuono in lontananza sembra non scemare più. Chissà “…Apocalittici.

Credit Foto: Bertrand from Paris, France, original upload: (Uploaded by User:Chin tin tin) [CC BY 2.0], via Wikimedia Commons