Una folla compatta e vibrante è quella che abbraccia il palco estivo del Circolo Magnolia in questo caldo mercoledì di giugno.
Incrocio sguardi estatici e sognanti, di chi è pronto per un viaggio nel tempo, senza soste, dritto nella storia del rock.
L’attesa è tutta per i Dream Syndicate. Leggendaria band californiana, protagonista, negli anni ’80, del movimento Paisley Underground, a loro dobbiamo “The Days of Wine and Roses” e “Medicine Show”, perle rare e preziose di rock psichedelico.
Sono da poco passate le 21.30 quando Steve Wynn e soci salgono sul palco, si parte con “Way In” dall’ultimo disco “These Times”. L’inizio serve a dettare le regole del gioco: “Trying to reconcile – The past with the present – Wich one fits- And which one doesn’t”. Una dichiarazione d’intenti che prende definitivamente forma con “Put Some Miles On”, dove prevale una nuova impronta elettronica. Il passato e il presente. Lo sguardo saldo, la sicurezza di poter osare e sperimentare.
Le chitarre di Wynn e Jason Victor flirtano tra loro con eleganza e maestria. La sezione ritmica è nelle mani abilissime di Dennis Duck e Mark Walton, diretti ed impetuosi. Alle tastiere la straordinaria presenza di Chris Cacavas, paysleyano doc e leader dei Green On Red.
Stiamo assistendo ad una lezione superba di rock entertainment, la capacità di far coincidere tecnica ed esperienza con cuore e anima. I Dream Syndicate sul palco sono dei fuoriclasse, delle divinità che si divertono a suonare e si concedono al pubblico con una generosità disarmante.
Momenti di intensità mistica con “Bullet Holes”. Il live è un mare in cui come schiuma sbocciano “Burn”, “Forest For The Trees” e “That’s What You Always Says” , gemme dal passato.
Sulle ultime due encore sale sul palco Manuel Agnelli, prima tra il pubblico, per suonare le tastiere in “Boston” e la chitarra in “Tell Me When It’s Over”.
Serata perfetta. Meravigliosi.