di Fabio Campetti
Si chiude con Glen Hansard l’edizione di ‘Tener-a-mente’, forse la più bella di sempre o almeno una delle più complete da quando esiste questo festival; un appuntamento imperdibile che si sta arricchendo anno dopo anno, stagione dopo stagione. Glen è un artista vero e sincero e non poteva esserci cantautore migliore per concludere la rassegna ospitata dal Vittoriale a Gardone Riviera. Lui è un autore importante, con una carriera altrettanto alle spalle, soprattutto dopo la vittoria, alquanto inaspettata, del premio Oscar per “Once” nel 2008, per la miglior canzone originale. Quindi più attenzione, considerazione e riflettori puntati per un songwriter che dovrebbe raccogliere ancora di più, data la qualità della sua scrittura fin dagli esordi. Lo possiamo tranquillamente dire: è uno dei migliori in circolazione e non è questione di gusti, è semplicemente un’analisi.
Canzoni stupende, penna di altissimo profilo, talento puro, e come detto sopra: tanta qualità , a partire dal primo giorno, dagli inizi, dai tempi dei Frames, di cui era il carismatico leader, passando anche per il progetto The Swell Season in coppia con la cantante e pianista Markèta Irglová, per arrivare ai suoi album solisti e l’ultimo appena pubblicato dal titolo “This Wild Willing” che è poi uno dei motivi che lo ha portato in tour nel 2019.
Stasera, oltre a promuovere il nuovo lavoro, confeziona una setlist molto variegata, ricca dei suoi episodi migliori, l’incredibile “Bird of sorrow” merita menzione a parte, una delle sue canzoni migliori, senza esagerare, una delle canzoni più belle degli ultimi vent’anni, davvero un piccolo capolavoro, una di quelle che molti artisti avrebbero voluto scrivere loro, che parte in punta di piedi e finisce con un crescendo da pelle d’oca, è la prima in scaletta eseguita solo piano e voce, brividi veri.
L’atmosfera è superlativa, una serata caldissima con lampi all’orizzonte, esaltata ancora di più dalla magia delle canzoni di Hansard, il trombone che s’intreccia con le chitarre, con il pianoforte e la sua voce che sussurra o urla regalando emozioni, lui è un frontman fuori categoria: canta, suona, balla da tutto sopra ogni cosa; “Don’t Settle”, la stupenda “Revelate” da “Fitzcaraldo” album strepitoso dei Frames o la stessa title track di questo disco mai dimenticato, “Didn’t he ramble”, “Falling Slowly” degli Swell Season, brano che regalò il citato Oscar, potrei elencarle tutte, sono una più bella dell’altra, l’Irlanda in forma canzone.
Lui è simpatico, affabile, gentile, elegante, umile, assolutamente “uno di noi”, un amico in vacanza al lago: un concerto che diventa una festa quando Glen ci invita sul palco a cantare con lui tutti insieme e chiudere questo incredibile evento; lo ripeto, tra i migliori artisti in circolazione.
Senza dubbio un live che i mille e duecento circa faranno fatica a dimenticare. Pura fantascienza.