Ho avuto la fortuna di vedere ben due date dei cari ragazzi di Hounslow nel tour celebrativo di questo album e vi assicuro che mi sono sempre divertito un sacco (il top però l’ho raggiunto nella loro data di supporto ai Supergrass al Velvet di Rimini, ma questa è un’altra storia!!). Si perchè, devo ammetterlo, ho sempre associato la parola Dodgy a divertimento e non perchè loro mandino tuto in vacca e facciano i clown, no, anzi, ci si diverte per la loro bravura, per il coinvolgimento assoluto e per la piacevole ironia tra un brano e l’altro, ma guai a definirli semplici cazzoni con degli strumenti.
I Dodgy partono da una base flower-power se vogliamo, inebriata dallo spirito degli anni ’60, con vapori e fumi decisamente cannabinoidi che impregnano l’aria, ma poi ci piazzano la loro passione per band storiche come Who e sopratutto Stone Roses (parlate con il batterista Mathew Priest e vi dirà quanto questa band sia fondamentale per loro) e boom, il puzzle diventa completo e terribilmente solare, empatico ed accattivante.
“Homegrown” è un gioiellino che ci mostra questi hippie del brit-pop intenti a sfornare brani ricchi di melodia, ottimo lavoro sulle voci e le armonie vocali, fiati, chitarre acustiche e quella bella e sana nostalgia che profuma di sixties, per non parlare di una punta piacevolmente progressive che non stona affatto. Forse “Free Peace Sweet” sarà più a fuoco, ancora più ricco di spunti e con un paio di brani che sono davvero diventati dei classici del genere, ma questo secondo album lo trovo magnificamente genuino e salutare, fatto con il cuore e con questa voglia di suonare con il sorriso e portarlo a chi ascolta.
Il trittico iniziale è da capogiro, con “Staying Out For The Summer” che funge da inno totale al quale è impossibile resistere. Andamenti più tranquilli in cui lasciare avvolgere da voci e cori non mancano (“We Are Toghether”), ma, per lo più, i ritmi sono decisamente belli pimpanti (“Whole Lot Easier” e la travolgente “Making The Most Of…” con quel giro di chitarra clamoroso). Il lavoro dei nostri è sempre impeccabile: la chitarra di Andy Miller disegna assoli e rifiniture di tutto rispetto, Nigel ha una voce calda e accogliente e Mathew alla batteria è davvero un maestro. In chiusura del disco il pezzo bomba, quello che, nonostante i singoloni più pimpanti, alla fine tutti i fan vogliono sentire e cantare con i lacrimoni agli occhi, parliamo ovviamente della truggente ed epica “Grassman”, che in 7 minuti diventa vera e propria magia che arriva dritta all’anima, proprio grazie a quel coro favoloso e a quel suo taglio anche soul e gospel.
30 anni dopo gli applausi sono sempre meritati!
Pubblicazione: 24 ottobre 1994
Genere: Indie-Pop, Britpop
Lunghezza: 42:01
Label: A&M
Produttore: Hugh Jones, Ian Broudie
Staying Out for the Summer ““ 3:13
Melodies Haunt You ““ 3:40
So Let Me Go Far ““ 4:05
Crossroads ““ 4:05
One Day ““ 3:09
We Are Together ““ 4:23
Whole Lot Easier ““ 2:46
Making the Most Of ““ 4:03
Waiting for the Day ““ 3:35
What Have I Done Wrong? ““ 1:53
Grassman ““ 7:05