di Fabio Campetti
Tornano a farsi sentire, discograficamente parlando, anche i Battles in questo rush finale di uscite che ci porterà nel nuovo decennio, “Juice B Crypts” è il nome del’ultimo disco appena licenziato dall’abituale Warp records, il quarto da quando, nel lontano 2007 esordirono con “Mirrored”, folgorando praticamente tutti; da allora non si sono più fermati, sempre in giro a suonare, li si trova spesso anche da noi, in qualsiasi situazione, tra l’altro, torneranno a presentarci le nuove composizioni al Club To Club di Torino, abituale festival sul versante elettronico, che si svolge al Lingotto tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre. Nella giornata dei Battles, ci saranno James Blake e Flume a fare gli onori di casa.
Per questo nuovo disco, non hanno certo badato a spese, dando sfogo al loro vulcano di idee, che puntualmente mettono sul piatto. Tutti si chiedono che genere fanno i Battles? Io direi di utilizzare la parola, parecchio abusata in passato, “crossover”, che vuol dire tutto e niente, ma se non altro è un termine corretto, che suona bene, per spiegare un minestrone di cose miscelate a dovere; a questo giro è stato chiamato Chris Tabron in cabina di regia a mettere un po’ di ordine, produttore di fama internazionale, già dietro lavori di Mary J. Blige o Beyoncè. Probabilmente il personaggio giusto, al posto giusto, nel momento giusto. Di sicuro un professionista in grado di tenere le briglia al gruppo più cervellotico del pianeta.
Questa nuova fatica è la continuazione di ciò che sono stati in passato, sicuramente un disco più maturo o meno punk (se così si può dire): per esempio c’è la collaborazione con Xenia Rubinos in “They Played It Twice” (già uscita come singolo) che li porta a mischiare ritmi forsennati con il soul, poi i nostri convocano Jon Anderson (storico cantante inglese) insieme ai Prairie WWWW e ne esce fuori una suite tra il lo-fi e il caos estremo, con le voci sottopelle, che si conclude con una marcia avanguardista in stile Animal Collective, pazzesca. In “Titanium 2 Step” ospitano Dal Principato dei Liquid Liquid e qui siamo in una stanza tutta loro tra fusion, jazz e rock, dove la batteria la fa da padrone, irresistibile, mentre per esempio “IZM” con Shabah Palaces è totalmente hip hop old school; la title track è forse quella più Battles marchio di fabbrica, mentre la prima delle ultime due tracce insieme a Tune-Yards, è quasi pop (si fa per dire).
Chiaramente è, come sempre, un disco non per tutti i palati, un album tosto, di una band fuori dal normale (pochissimi come loro in circolazione), a mio avviso un signor ritorno, e non è nemmeno così facile tutte le volte riscrivere la ricetta giusta.
Credit foto: Atiba Jefferson